Casey Bell vs Mike T. Minotaus, Studente vs Studente | Giornata del duellante

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view post Posted on 16/3/2021, 19:15
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La Giornata
del Duellante



Benvenuti, tra breve il duello avrà inizio e il mio compito è quello di arbitrarlo.
Vi prego di postare i punti statistica e gli incanti con i quali vi siete iscritti (N.B. il punteggio massimo per ciascuna categoria è di 300 perciò se eccedete riportate la cifra massima consentita).
Se vincete potrete avere fino a 4 punti statistica per ogni campo.
Se perdete potrete avere fino a 2 punti statistica per ogni campo.
La quantità precisa verrà scelta da me, alla fine, in base ai vostri meriti e demeriti.
Ogni utente ha a disposizione 72 ore per postare, pena la perdita del turno; alla terza assenza si incorre nell'esclusione dall'evento, con conseguente vittoria dell'avversario. Non ci saranno richiami, semplicemente se postate in ritardo la vostra azione non verrà considerata e il turno è ritenuto saltato. Sono concesse fino a 3 proroghe da 24 ore ciascuna a patto che queste vengano richieste prima dello scadere del proprio turno.
Per eseguire un incantesimo siete pregati di seguire le indicazioni che trovate in Descrizione Incanti nel Reparto Apprendimenti della Biblioteca.
Non si possono usare le Maledizioni senza perdono, incantesimi oscuri e incantesimi letali.

Consultate il regolamento dei duelli per tutte le regole, l'ambientazione, l'entità dei danni e le eccezioni d'uso.
Buon divertimento!

Iniziate!

 
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view post Posted on 17/3/2021, 23:13
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CASEY BELL
vs. Mike T. Minotaus
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE
Fuoco. Il rosso scivolava inquieto sopra ogni superficie, ne ardeva i colori tramutandoli nel nero cenere della loro morte. Del respiro di Ariel Vinstav rimaneva solo una piccola coltre di fumo nei polmoni, mentre i suoi colori, il suo essere e ogni traccia di lei divenivano carbone, prima assieme alla pedana, poi col resto della sala. E mentre il mondo ardeva il suo cuore finalmente trovava sollievo, perché adesso, solo adesso, non vi sarebbe stato più nessuno che le avrebbe potuto fare del male.
***
Il battito del cuore le dilaniava il petto come i ripetuti colpi di una mannaia. Fuoco si disse, si va a fuoco, ma il suo naso respirava aria pulita e nessuna luce ardeva davanti ai suoi occhi. Il rosso delle tende del baldacchino le avevano solo giocato il brutto scherzo di collegare il fittizio al reale, tramutandosi nel sussurro di una visione.
Si girò su un fianco per scostare la tenda e guardare l'orologio: le 6.58. Perlomeno aveva dormito qualche ora. Era fin troppo difficile chiudere gli occhi e lasciarsi andare al sonno, e per molto tempo il mix fra l'essere estremamente ansiosa e i colori accesi del dormitorio ne erano stati l'unica motivazione plausibile. Poi erano giunte le visioni, ed infine Ariel Vinstav. Se l'ipotesi che le prime invadessero i suoi sogni con sensazioni o immagini le creava una non poi così tanto inconscia resistenza a Morfeo, la possibilità che la seconda tornasse e ritornasse per ricordarle quanto accaduto la terrorizzava. Talvolta accadeva, talvolta le due esperienze si fondevano in una, o almeno così le pareva in sogno, e lei perdeva il controllo della loro logica. Era il ricordo del duello o il ricordo di una visione avuta prima del duello e poi dimenticata? Era la visione di qualcosa che doveva manifestarsi e forse il duello non era mai realmente avvenuto? I momenti di lucidità, seppur brevi, le mormoravano che non si trattava di nulla di tutto ciò se non della paura della predizione stessa e del senso di colpa per le proprie emozioni. Perché su quella pedana per qualche attimo lei aveva davvero desiderato di far del male ad Ariel Vinstav.
Si alzò e si mise seduta sul letto. Il cuore non aveva cessato di martellarle nel petto. Quella mattina ci sarebbe stata la seconda manche della Giornata del Duellante, a cui si era iscritta per scherzo ma che le aveva riempito d'orrore le notti e i pensieri. Lo consideravano uno sport, il duello, ma l'unica vera esperienza che ne aveva avuto la perseguitava ancora negli incubi. Forse non erano semplicemente fatti per lei, e sarebbe stato meglio ritirarsi finché poteva, non presentarsi allo scontro che avrebbe avuto luogo di lì a qualche ora e starsene ad Hogwarts a godersi una mattinata priva di impegni.
***
L'indecisione se la trascinò per mano fino in Congrega. L'altra invece era stretta da Camillo. «Va' e saccagnali» disse lui come suo solito prima di lasciarla entrare. Casey avrebbe voluto dar voce alle incertezze, dirgli che voleva mollare. Ci siamo esercitati così tanto, andrai alla grandissima, forza! Sapeva che le avrebbe risposto così e che lei non avrebbe saputo ribadire. Avrebbe parlato direttamente con l'arbitro. Senta, io non ci riesco. No, non mi va, non è bello. Non voglio essere costretta a farlo. Non voglio sentire dolore e non voglio dare dolore. Si sentiva le mani sporche.
«Buongiorno» salutò non appena dentro la sala. «Sono Bell Casey, e io-» Posò lo sguardo sul tabellone. Avrebbe duellato contro Minotaus. «Oh.»
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view post Posted on 19/3/2021, 14:07
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MIKE T. MINOTAUS
vs. Casey Bell
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE
Ansia. Immotivata ed innaturale.
Dopo aver oltrepassato la porta di quell’imponente edificio posto al centro della Londra Magica, Mike si era sentito come un Avvicino senz'acqua.
La Congrega dei Saggi Duellanti non era una novità per il giovane inglese ma, nonostante l’indole intraprendente e votata al miglioramento, quel giorno sembrava esserci qualcosa di sbagliato nel suo animo.
Stringendo le mani al corpo e camminando a testa bassa, il ragazzo si sarebbe ritrovato nei pressi dei servizi con l’unico scopo di chiudersi all’interno di quel luogo. Voleva e doveva ritrovarsi.
Fino a quel momento era sempre riuscito ad affrontare quelle circostanze con la giusta motivazione e con l’obiettivo di mettersi alla prova, eppure quel giorno tutto sembrava diverso.
Smarrito come un viandante che ha perso la propria lanterna, Mike si era ritrovato a dover gestire un nuovo e temibile nemico. Non conoscendolo particolarmente bene, era caduto nel più classico dei tranelli e ora si trovava lì, a vivere emozioni contrastanti o, addirittura, opposte.
Incapace di stare fermo, il giovane si sarebbe accorto del leggero tremore che si stava diffondendo a tutto il corpo nel compiere un gesto apparentemente semplice, come quello di regolare il flusso d’acqua del lavandino.
Nonostante i buoni propositi non mancassero del tutto, in quel momento percepiva tutta l’agitazione nel ritrovarsi lì, in quell’ambiente. La paura dell’ignoto e di ciò che sarebbe stato sembrava prevalere su tutto, anche sulla consapevolezza di essersi ben comportano nel corso della precedente manche.
Certo, il livello si sarebbe alzato in maniera esponenziale, ma se un tempo quel pensiero sarebbe bastato a stimolare ancor di più l’intraprendenza del Serpeverde, ora quell’idea sembrava stringerlo e avvolgerlo in un vortice buio e cupo, apparentemente senza fine.
La mente percepiva quell’evento come determinante, in grado di indirizzare lo stesso destino del Caposcuola. Sarebbe riuscito a mettere in mostra tutte le sue capacità personali o, al contrario, ne sarebbe uscito schiacciato e ridicolizzato dall’abilità e dalla strategia dell’avversario?
In cuor suo Mike percepiva quell’inquietudine come eccessiva e sbagliata, ma i suoi stessi pensieri faticavano a scacciarla.
Nel percepire l’acqua che gli bagnava i polsi e il viso, il ragazzo avrebbe cercato di compiere un paio di respiri profondi.
L’adrenalina continuava a scorrergli nelle vene provocandogli un’accentuata accelerazione del battito cardiaco ma, se voleva uscire migliore da quella situazione, doveva tornare a pensare in maniera più razionale. In fondo, si trattava pur sempre di un duello, uno dei tanti...
Se da un lato, quello più nascosto e profondo, percepiva un certo orgoglio nell’essere di nuovo lì, dall’altro lato avrebbe voluto scappare e tornare a sdraiarsi sopra il suo letto a baldacchino, ammirando da quella angolazione le profondità del Lago Nero.

Dopo alcuni istanti che gli parvero ore, Mike si ritrovò a compiere qualche passo oltre il bagno di servizio. Ormai era lì, nei pressi della sala. Era agitato, teso, eppure voleva dimostrare, in primo luogo a se stesso, che la sua autostima non sarebbe dipesa dall’esito di quella sfida.
Lui era Mike Minotaus e quella era solo una delle tante avvincenti esperienze che avrebbe vissuto nel corso della sua vita.
Così, nonostante il passo incerto e il volto tirato, salì sulla pedana e…
Oh… preso in controtempo nello scorgere un volto a lui noto, le labbra di Mike sarebbero rimaste leggermente aperte, incapaci di nascondere la sorpresa del momento.
Avrebbe voluto parlare per stemperare, almeno in parte, la tensione e il nervosismo che stava percependo ma, per lo meno in quel frangente, non ci riuscì.
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A dispetto della frequenza con cui ricadeva in un simile stato d'animo, Lenka Herzigova non ammetteva mai di essere nervosa. Credeva di poterlo nascondere dietro alla schiena dritta come un fuso, di poter dettare il giusto ritmo attraverso il ticchettio rapido delle scarpe basse con cui percorreva ogni strada a passo di marcia. Sottile come un giunco ed abbastanza alta da dover chinare lo sguardo pressoché su chiunque, aveva una figura austera che i grandi occhi scuri riuscivano ad ammorbidire solo quel tanto da non farla apparire ostile. Da una persona del genere ci si aspettava una compostezza perenne, non certo che stringesse tra le dita il terzo bicchiere di caffè nervosamente accartocciato.
«Signora Herzigova, buongiorno!»
«Andy.» Giunta nell'atrio della Congrega, non si fermò nemmeno di fronte alla larga scrivania dell'inserviente. Si limitò a rivolgere a quest'ultimo un cenno col capo e proseguì dritta come una freccia.
«Signora Herzigova, non... Non vuole sapere la sala del duello?»
Lenka si bloccò improvvisamente. Quando si voltò, abbozzò un sorriso un po' imbarazzato. «Certo, sì.» Mentre Andy cercava tra le sue carte, Lenka infilò in tasca quel che restava del bicchiere accartocciato; ebbe l'impressione di nascondere qualcosa di vergognoso.
«Ecco, lei ha i due studenti, Casey Bell e Mike Minotaus. La prima sala.» Lenka annuì. Dopo averle rivolto uno sguardo esitante, Andy soggiunse: «Non deve preoccuparsi, sa. Stiamo adottando tutti i sistemi di sicurezza, non ci saranno incidenti».
«Grazie» mormorò Lenka – più pacata questa volta.
«Ha ancora qualche minuto, vuole un caffè prima di andare?»
La donna, sorprendentemente, rise. Aveva già ripreso la marcia, un po' più rilassata, quando rispose: «Magari un'altra volta».

I duellanti trovarono Lenka ad aspettarli. La donna misurava la sala a larghe falcate, ogni passo strappava un rintocco sordo al pavimento. Aveva passato gli ultimi minuti a scrutare ogni angolo dell'ambiente con sguardo vigile, ma ai due ragazzi ne rivolse uno più clemente. Non poteva aspettarsi nulla di diverso, ma nondimeno fu leggermente stupita dalla loro giovane età.
«Buongiorno.» La sua voce roca rimbombò con forza nella sala, indurita da una erre che ne tradiva le origini slave. Si avvicinò ai contendenti: intuiva il loro nervosismo per abitudine più che per empatia.
«Io sono Lenka Herzigova, arbitrerò questo duello. Se siete arrivati fino a qui, è perché avete saputo sfruttare al meglio le vostre abilità, e confido che sarà così anche in questa occasione.» Attese un momento perché il silenzio conferisse alle sue parole il giusto tono – il quale, per la verità, faceva pensare più ad un ordine che ad un auspicio.
«Avrete già familiarità con le regole, quindi non perdiamo tempo: runespoor o sfinge?» Un Galeone d'oro era apparso tra le sue dita, e attendeva solo di poter decretare il contendente a cui sarebbe andata la prima mossa.

 
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CASEY BELL
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE
Mike Minotaus. Si sarebbe dovuta battere contro Mike Minotaus.
«Ciao.»
Captò la voce alle sue spalle e si voltò. Il Caposcuola Serpeverde adesso le stava davanti e sembrava sorpreso quanto lei dell'accoppiata. Perché, d'altronde? Fu peggio ritrovarsi di fronte un adulto alla prima manche senza aver mai affrontato nemmeno un duello del club scolastico.
Lo salutò e gli rivolse un sorriso nervoso. Mike era Mike, non era né un amico né uno sconosciuto. Era un conoscente, un compagno di ronde e un buon interlocutore, specie quando si trattava di Pozioni. Lo apprezzava come persona, per le poche chiacchiere che si erano scambiati e perché le sensazioni nei suoi riguardi erano alquanto positive. Non si era mai dimostrato altezzoso, non aveva mai preso parte a quella secolare ed insensata faida fra Grifondoro e Serpeverde, perlomeno in sua presenza, e, soprattutto, era un appassionato di Pozioni quanto lei. Perché duellare contro di lui? E' uno sport, questo è uno sport, si ripeté, ma non riuscì a convincersene. Non poteva accettarlo, non poteva duellare contro di lui. In realtà, dopo la prima manche, non desiderò più duellare contro nessuno.
L'arrivo dell'arbitro la prese in contropiede.
«B-buongiorno.» Le sue pupille si congelarono sulla figura della Herzigova. Il cipiglio serio, il tono, l'accento. Ogni cosa di quella donna le provocò una potente ondata di nervosismo e non fu in grado di dire niente. Niente delle sue paure e dei suoi ripensamenti. Continuò a fissarla a bocca spalancata come un'imbecille e annuì freneticamente alle sue parole. Si chiese se Mike provasse le sue stesse sensazioni, se fosse stato nervoso quanto lei per tutti quei giorni prima di quella data e se dopo la prima volte si fosse sentito con la coscienza apposto.
Cosa avrebbe detto Lenka Herzigova se si fosse ritirata prima di iniziare? E Camillo e quel gruppo di suoi concasati venuti apposta per fare il tifo per lei dagli spalti? Avrebbero pensato che lei aveva paura. Ma sì, lei aveva paura. Era più complesso di così, ma in sostanza lei aveva paura.
«Grifone.» Rispose subito, senza pensarci, dominata dal terrore. Schiuse le labbra non appena si rese conto di aver dato conferma della sua partecipazione in quel modo e guardò a terra. Il cuore parve assentarsi per un paio di istanti. Cominciò a chiedersi se la paura di essere giudicata codarda per errore potesse aver superato quella di rievocare le emozioni dello scorso duello e di causare dolore. Non seppe darsi risposta.
«A-andrà bene» disse rivolgendosi a Mike. Gli sorrise incerta, sbattendo le palpebre sugli occhi arrossati, e tornò a fissare il pavimento.
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view post Posted on 24/3/2021, 00:17
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MIKE T. MINOTAUS
vs. Casey Bell
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE
Casey Bell.
Mike accolse la notizia circa l’identità della sua avversaria con la stessa serenità di un imputato che sta per essere condotto dinanzi all’intero Wizengamot.
Prima di chiudersi nuovamente in un vortice fatto di silenzi, di ansia e frenesia, l'inglese le avrebbe concesso un semplice e tiratissimo saluto, pieno di nervosismo.
Immobile e avvolto da un pesante strato di inquietudine, Mike avrebbe poi percepito il regolare tonfo scandito dalle calzature di Miss Herzigova, l'arbitro dell’incontro, come l’inevitabile lettura di una sentenza di condanna.
Non era a suo agio e non si sentiva al meglio, ma non per questo si sarebbe tirato indietro dinanzi ad un eventuale appello; in fondo, che altro avrebbe potuto fare?
Deglutì nervoso, e solo il pensiero dell’ultima terribile avventura patrocinata dalla Scuola di Atene riuscì in qualche modo a rincuorarlo. Dopotutto, come avrebbe potuto anche solo preoccuparsi per un semplice duello, dopo aver preso parte in prima persona ad un cruento assedio in Terra Santa? Anche le successive parole della donna riuscirono in qualche modo a mitigare i timori del Serpeverde; se era riuscito ad arrivare alla seconda manche di quel torneo, gran parte del merito risiedeva nelle sue capacità. Con grande fatica era infatti riuscito a mettere da parte la forte simpatia che provava per Alice, riuscendo a metterla alle strette dopo un lungo scambio di colpi.
Avrebbe dovuto ripetersi anche in quell’occasione, questa volta con Casey.
In quella circostanza, l’abbinamento con la giovane Grifondoro l’avrebbe potuto aiutare, facendogli dimenticare l’importanza dell’evento alla Congrega e rievocando nei suoi ricordi le tante esercitazioni che spesso venivano affrontate al termine delle lezioni.
Continuò a respirare lentamente, cercando di far in modo che l’elevato livello di tensione non si tramutasse in un malessere generale.
Non poteva permetterselo, non in quel momento.
Giunti poi al fatidico lancio della moneta, Mike avrebbe trovato particolarmente curiosa l’idea di essere accostato, ancora una volta all'affascinante serpente gigante.
Vada per il Runespoor. Confermò a sua volta, dopo la scelta di Casey. Ripresosi parzialmente dall’ansia generata da quei concitati momenti, Mike avrebbe cercato tra i suoi abiti il legno di Prugnolo, portandolo così alla luce.
Fece un ultimo lungo respiro, prima di darsi il via.
Sì, andrà tutto bene. Il tono ricordava vagamente quello interrogativo, come a voler ricevere un’ulteriore conferma dalla ragazza.
In fondo erano lì, l’uno davanti all’altra e, con un po’ di immaginazione, le gradinate della Sala avrebbero potuto lasciare lo spazio all’ambiente decisamente più confortevole del Castello.

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view post Posted on 26/3/2021, 10:58
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Lenka non amava i preamboli, men che meno nei duelli. Cercava quindi di ridurli al minimo indispensabile, così da risparmiare tanto a lei quanto ai contendenti quell'iniziale tensione incerta. Con grande sollievo della donna, i due studenti sembravano di poche parole, e desiderosi quanto lei di arrivare subito al nocciolo della questione.
Tuttavia, dovette presto convincersi che, almeno in un caso, la laconicità era dovuta più al nervosismo che all'impazienza. Da una parte, Mike celava le sue emozioni dietro ad una patina di neutralità, tanto che dall'esterno sarebbe stato difficile dire quale spinta lo motivasse realmente. Dall'altra, però, Casey era molto più trasparente nel manifestare uno stato d'animo alterato. Nell'alternare lo sguardo tra uno e l'altra, Lenka si soffermò un po' più a lungo sulla ragazza. Il nervosismo poteva giocare brutti scherzi, pensò, e immediatamente si ricordò del bicchiere accartocciato che ancora giaceva sul fondo della sua tasca. Le sembrò di non essere poi così distante da quella ragazzina.
«Va bene» disse in capo a qualche istante di silenzio. «Quindi runespoor per il signor Minotaus e sfinge per la signorina Bell.» Calcò sulla parola solo quanto era indispensabile per farla intendere senza alcun rischio di ambiguità. Ma non tirò subito il Galeone. Senza cambiare di una virgola la sua postura rigida, o anche solo accennare ad un sorriso nella linea impassibile delle labbra, Lenka disse: «Sfruttate la tensione a vostro vantaggio, e sarà un buon duello».
In seguito ad un movimento fulmineo delle sue dita, il Galeone volò in aria, riflettendo la luce in bagliori dorati mentre ruotava su se stesso; per un momento rimase sospeso nel punto massimo della sua traiettoria, e subito ricadde nella mano che Lenka teneva tesa. Un rapido guizzo delle dita bianche e poi, al centro del palmo, si rivelò la figura decisiva al principio del duello.
Dopo aver ribadito ad alta voce la decisione del caso, Lenka lasciò l'intera pedana ai contendenti, raggiungendo la propria postazione. Rimase in piedi accanto alla sedia che era stata predisposta per lei, intrecciando le mani dietro la schiena e sollevando il mento per poter meglio mettere a fuoco i volti dei due ragazzi. Infine, quando sembrò che entrambi fossero pronti, la voce di Lenka tuonò un'ultima volta: «Iniziate!».


Il duello inizia ufficialmente!
Lasciamo ai dadi il compito di decretare a chi toccherà iniziare: 1 significa turno a Mike, 2 significa turno a Casey.
Ciascuno di voi ha a disposizione 72 ore di tempo per rispondere: il tempo del primo contendente comincia a partire dal mio presente post, mentre l'altro dovrà contare il proprio tempo a partire dalla risposta dell'avversario. Qualora aveste necessità di una proroga, vi ricordo di contattarmi prima della scadenza.
Vi allego in spoiler la descrizione della sala:
Sala del Duello
La Sala è molto ampia, con alte finestre luminose e il soffitto a non meno di sei metri da terra. Vi sono molti oggetti e arredamenti...

Lista Oggetti Presenti
Un lungo tappeto, sulla pedana dove i due si sfidano;
Due armadi, uno con libri e un altro con coppe e trofei, addossati alle pareti laterali alla pedana;
Quattro armature, una per angolo
Otto torce, che oscillano nella sala;
Un enorme lampadario in ottone, con 36 candele, appeso al soffitto esattamente sopra il centro della pedana;
Due candelabri a tre braccia;
Una quindicina di quadri;
Arazzi e stendardi alle pareti;
Lunghe tende alle finestre;
Quattro statue gargoyle poste agli angoli della sala;
Due puff;
Due file da dieci sedie poco distanti dai due lati lunghi della pedana;
Un tavolo accostato al muro;
Quattro ganci appesi al soffito per appendervi gli stendardi.

Buona fortuna e divertitevi!


Casey
PS: 239/239
PC: 217/217
PM: 237/237

Proroghe: 0/3
Assenze: 0/3
Mike
PS: 251/251
PC: 169/169
PM: 165/165

Proroghe: 0/3
Assenze: 0/3



Lancio dado: 1
  • 1d2
    1
  • Inviato il
    26/3/2021, 10:58
    Master Adepto
 
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view post Posted on 28/3/2021, 22:32
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE
Complice quel primo momento di estenuante attesa, tra i pensieri del giovane iniziarono ad intrecciarsi tra loro alcuni ricordi legati al rapporto con Casey. Capelli corti e spesso ribelli, pelle chiara e una corporatura assolutamente asciutta, il Prefetto Grifondoro era sempre stata una simpatica conoscente, alle volte stravagante e con un temperamento tutto da scoprire.
Nonostante qualche evidente diversità caratteriale, Mike ne riconosceva e apprezzava le qualità; si ritrovò quasi a sorridere tra sé nell’ipotizzare il momento nel quale si sarebbero ritrovati a commentare quella loro performance, nel corso di una delle loro future ronde notturne.

Nonostante non fosse più totalmente tormentato dai suoi stessi pensieri, la tensione dell’inglese era comunque molta e, nell’attendere il fatidico lancio della moneta, avrebbe finito per rivolgere lo sguardo verso il basso, vicino alle caviglie della sua avversaria. Dopo l’ennesimo istante di suspense, socchiuse gli occhi e….
Runespoor.
I riflettori erano tutti per i due protagonisti, il sipario stava per aprirsi.
In quel frangente ci sarebbe stato solo il tempo per un ultimo cenno verso Casey, prima che sua mano destra, leggermente sudaticcia, andasse a stringere con vigore la bacchetta. Poi, da quel momento, Mike avrebbe cercato di concentrarsi esclusivamente su di sé.
Ora che tutto stava per iniziare, non c’era più tempo per abbandonarsi all’inquietudine e all’incertezza del momento ma, al contrario, il giovane avrebbe cercato di svolgere la propria parte al meglio, pur con tutte le preoccupazioni del caso.
In modo totalmente automatico avrebbe portato in avanti il piede destro, pronto ad agire con forza nei confronti della sua avversaria. Così, con l’approvazione di Miss Herzigova, il Serpeverde avrebbe cercato di attingere a piene mani dalle sue conoscenze andando ad aprire le danze con un incantesimo rapido, potente e dall’esito piuttosto scenografico.
Il polso destro sarebbe andato a compiere un veloce e preciso movimento in senso antiorario, come a voler disegnare un cerchio completo. Terminato quel semplice gesto, con il Prugnolo ben indirizzato al corpo di Casey, Mike avrebbe dato sfogo a tutta la tensione del momento andando a scandire mentalmente, con sicurezza e decisione, la formula scelta.
Mors tua vita mea”; con quell'intenzione forte e chiara, si immaginò di scorgere l’esile figura della sua avversaria venir investita e scagliata a terra da una potente forza magica.
*Orbus!*
Senza alcuna inflessione particolare, il ragazzo avrebbe terminato l’incanto preferendo la tecnica non verbale, atta a favorire la concentrazione interiore e in grado di dare meno riferimenti all’avversaria.
Il primo atto era appena cominciato.
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view post Posted on 31/3/2021, 21:06
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE«C-certo, intendevo dire grifon-, ehm, sfinge.» Di bene in meglio.
Rovesciò gli occhi sul pavimento, rossa di vergogna. Si pizzicò la carne braccio sinistro con forza al fine di svegliarsi dal torpore del nervosismo. Sbagliare a ripetere una parola appena sentita equivaleva a cominciare male sin dal principio, soprattutto per una testa così ansiosa come la sua. E se sulla pedana avesse scambiato gli incantesimi come aveva fatto con grifone e grifone sfinge? Se invece di un Flipendo avesse castato un Macedonis? Per carità, Camillo lo aveva fatto: un ananas sulla testa della sua sfidante. *In effetti deve fare più male di molte maledizioni.* Prese nota.
Ecco, dal precedente duello Casey aveva tratto numerosi insegnamenti. Era arrivata lì convinta di poter seguire una scaletta ben definita, vincente e priva di zone d'ombra. Inutile ribadire che si era sbagliata, dato che a un certo punto, dopo l'ennesima esplosione imprevista le sue sinapsi cominciarono a traballare. In sostanza, man mano che quel vissuto ostile si srotolava di fronte a lei, si rendeva sempre più conto che il Tempo non era così semplice da controllare, nemmeno con la logica della consequenzialità degli eventi. Le persone erano imprevedibili, coi loro pensieri e le loro emozioni, più di qualsiasi altro soggetto. Come lei, d'altronde: non aveva previsto di essere in grado di dar fuoco a qualcuno. E il Tempo aveva molto a che fare con i duelli. Per pensare e agire non rimaneva che una manciata di millisecondi. In quei terribili frangenti governavano solo i riflessi pronti del corpo e della mente e le emozioni.
«Bene» sussurrò non appena la moneta disse runespoor. *La sfiga non gira mai se ti chiami Casey Bell.* Fu in quel momento che si chiese perché mai avesse confuso la sfinge col grifone - e se il vantaggio di Mike fosse stato sancito dal karma che le diceva di stare attenta, un karma molto severo. Frattanto notò che il serpeverde non aveva ricambiato nemmeno con una parola il suo "andrà bene", e questa cosa le fece salire i gradini della pedana con aria cupa. La prendeva in giro? Aveva preso l"'andrà bene" come una dimostrazione di debolezza? Insomma, lei voleva che andasse bene, nulla più. Voleva augurargli buona fortuna e, magari, comunicargli con lo sguardo che se si fossero fatti poco male a vicenda, se fossero stati solamente un pizzico più riguardevoli nei confronti della salute dell'altro, a fine giornata ne avrebbero trovato giovamento entrambi. Niente, nessuna conferma da parte sua, un sorrisetto stentato. O era un arrogante del cavolo o aveva tanta paura quanta ne aveva lei, forse di più.
«Bene.» Lo ribadì a se stessa. Quel primo lancio sarebbe stato un banco di prova per Mike Tors Minotaus. Gli avrebbe dato il beneficio del dubbio saggiando i colpi che le avrebbe dato, e così lei avrebbe capito se il suo gioco sarebbe stato sporco o pulito.
Si mise in posizione ritrovandoselo di fronte a un po' di metri di distanza. Lato destro con mano dominante avanti, lato sinistro indietro. Bacchetta in mano, parallela al suolo come un fioretto. Si era fatta l'idea che il miglior modo per iniziare un duello era il disarmo. Semplice, pulito, una mossa audace che portava lo sfidante in svantaggio fisico e psicologico senza spezzargli l'osso del collo. Ragion per cui, quando si furono messi uno contro l'altro, visualizzò immediatamente l'immagine che più le sarebbe tornata utile: lava incandescente. Bruciava, spezzava e fondeva la carne, ma quello non era l'incipit di un altro rogo. No, per Morgana.
Il via venne dato, Mike avrebbe mosso il primo muscolo, lei sarebbe partita d'istinto di conseguenza. La destra, un unico fascio col Nocciolo, avrebbe preso come obiettivo la sua sorella di Prugnolo nella mano dell'altro e avrebbe compiuto un solo, piccolo, fulmineo cerchio in senso antiorario. «Flagràte!» disse pronta, ponendo l'accento sulla seconda "a" della formula. Doveva trattarsi di uno scatto, un gesto talmente veloce da irridere l'attrito dell'aria. La mente voleva che la bacchetta del serpeverde raggiungesse una temperatura tanto elevata da fargli mollare la presa, divenendo pari ad un tizzone ardente di poco più di una decina di pollici. Una sensazione più che familiare se eri tanto scemo - cosa che il quadro di Dippett le aveva ripetuto parecchie volte - da prendere l'attizzatoio in mano dal verso sbagliato dopo che Brior aveva governato il fuoco del camino in sala comune.

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Il palco, infine, fu interamente dei duellanti. Il pubblico che si era raccolto sugli spalti parve trattenere il fiato nell'attesa che Mike desse ufficialmente il via con la sua prima mossa. Decine di sguardi dardeggiavano tra lui e la sua sfidante, Casey Bell: alcuni impazienti, altri carichi di aspettativa, altri ancora semplicemente curiosi. Tra tanto silente agitarsi, Lenka torreggiava immobile nella sua postazione, la sua espressione chiusa in una rigida osservazione.
Le prime mosse svelavano i contendenti molto più di qualsiasi preambolo: questa la convinzione della Herzigova, che aspettava di veder tradursi in azione la calma apparente di Mike, l'emotività evidente di Casey. Un'analisi superficiale della situazione avrebbe potuto risolversi a svantaggio della ragazza, ma Lenka sapeva che era sulla pedana che si mostrava di che pasta si era fatti per davvero. Ed infatti, tanto Mile quando la Bell fecero capire fin da subito di avere delle buone carte da giocare.
Il Serpeverde si mosse per primo, ma il suo vantaggio non fu che di pochi attimi; il movimento avviato subito dopo da Casey fu tanto rapido da sopperire all'iniziale svantaggio, con il risultato che i due incanti vennero lanciati pressoché simultaneamente.
Mike predilesse la formula non verbale nell'attaccare l'avversaria con un Orbus. Un approccio rapido, diretto, volto a minare fin da subito il fisico dell'altra, e che tuttavia colpì solo con una parte della potenza che gli sarebbe stata possibile. Casey ebbe la sensazione di una spinta violenta contro al proprio torace, venendo subito scagliata all'indietro. La parte sinistra del suo corpo colpì la pedana con un tonfo (-14PS, -5PC), un ematoma sarebbe presto fiorito sulla spalla. Batté la nuca, ma dopo un rapido istante di stordimento, la ragazza si scoprì lucida, in grado di vedere l'avversario se solo sforzava un po' il collo. La bacchetta era ancora stretta nella sua destra, cosa che non si poteva invece dire di Mike.
Il ragazzo, infatti, si trovò a fronteggiare un altro tipo di problema. Il Flagrate non colpì nel pieno della sua potenza, dato che il movimento della bacchetta di Prugnolo ne aveva fatto un bersaglio difficile da centrare. Tuttavia, ciò non impedì al legno di riscaldarsi velocemente, fino a diventare rovente nella presa del Serpeverde. L'istinto portò Mike a lasciar cadere l'arma, che cadde ai suoi piedi. Sul palmo destro e all'attaccatura delle dita, la pelle rossa denotava già una leggera ustione (-9PS, -1PC), che pulsò di acute fitte di dolore.
Lenka, che non si era lasciata sfuggire niente, alzò impercettibilmente le sopracciglia, il suo interesse pungolato dallo scontro di due forze che si rivelavano confrontabili, pur tra le strategie così diverse. Non restava che guardare come avrebbero fronteggiato le presenti difficoltà.


Mike, come avrai notato, l'Orbus non agisce nel pieno della sua potenza. Nella descrizione incanti possiamo leggere:
CITAZIONE
[...] La formula è “Orbus”. La parola va pronunciata così com’è scritta, senza particolari inflessioni, facendo però attenzione ad enunciarla con potenza e decisione.

Quando gli incanti hanno una specifica come quella sottolineata, è una buona idea usare la loro versione verbale, dato che è più semplice imprimere la giusta forza attraverso la propria voce. Si può scegliere anche la versione non-verbale, come hai fatto tu, ma in questo caso bisogna porre più attenzione a creare la forza mentale giusta per supportare un incanto di grande potenza come può essere l'Orbus. Spero che questa specifica possa tornare utile anche in futuro!


Casey
PS: 225/239
PC: 212/217
PM: 237/237

Proroghe: 0/3
Assenze: 0/3

L'Orbus ti ha colpita, scagliandoti all'indietro. Ora sei distesa sulla pedana, la testa a mezzo metro abbondante dal bordo. Hai colpito la parte sinistra del corpo, che è dolorante – la spalla in particolar modo. Hai battuto la testa, ma niente che comprometta la tua concentrazione. Con un piccolo sforzo del collo puoi arrivare a vedere Mike. Sei ancora armata.
Mike
PS: 242/251
PC: 168/169
PM: 165/165

Proroghe: 0/3
Assenze: 0/3

In pochissimi istanti il Flagrate ha reso incandescente la tua bacchetta, che hai lasciato cadere e che quindi ora si trova ai tuoi piedi. Sul palmo destro hai una leggera ustione che ti farà perdere 1PC a turno per i prossimi due turni, se non vi poni rimedio.


Turno a Casey.
 
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CASEY BELL
vs. Mike T. Minotaus
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Sì, Mike giocava sporco. Il suo incantesimo ebbe lo stesso effetto di un poderoso calcio all'addome, tale da rovesciarla all'indietro. La fitta al braccio sinistro e alla testa le fecero stringere i denti, la pressione al petto ricercare con respiri profondi nuovo ossigeno con cui allargare i polmoni. Ma non poteva arrendersi al primo colpetto, lesinare sulle scelte prese dal suo rivale. L'adrenalina pompò nelle vene, dandole la forza di reagire e avvalersi di ogni millisecondo che la separava dal prossimo attacco. Avrebbe dunque sollevato la testa per riporre la figura di Mike nel suo mirino e in contemporanea il braccio destro con la bacchetta. Vedendo che il Flagrate aveva sortito il giusto effetto e che il Prugnolo era caduto sulla pedana, l'adrenalina si fuse alla soddisfazione, consapevole che il disarmo consisteva in un grosso punto a suo favore. Doveva dargli un'altra gatta da pelare.
Non perse tempo, e colta la situazione decise che un ulteriore vantaggio nelle tempistiche le sarebbe stato dato dal perpetuare e reinterpretare quanto la sua mente aveva plasmato con l'incantesimo precedente: fuoco. Il polso rigido accompagnò il catalizzatore verso il bersaglio. Le gambe di Mike, al di sopra delle ginocchia, ben più a portata di occhi e bacchetta rispetto al resto del corpo dal suo punto di osservazione, arsero nel suo immaginario fra lingue di fuoco implacabili sulla scia di quanto già costruito prima. Percepiva ancora quel calore, moltiplicato dalla rabbia per la caduta, vedeva il rosso brillante della lava e i tizzoni accesi. Avrebbe accostato al suo incantesimo di attacco, però, la stessa foga dell'esplosione di una bolla di lava, un proiettile di fuoco liquido pronto ad incendiare quanto incontrava sul suo cammino. E fusa all'idea propostale dalla mente, avrebbe accompagnato l'evocazione delle fiamme con altrettanto ardore nella voce, simulando la desiderata potente esplosione: «INCENDIO!»
L'istinto le fece scegliere le gambe per alcuni motivi. Non erano organi vitali; lei era diversa, lei voleva controllarsi, e non si sarebbe mai permessa di riprodurre quanto accaduto ad Ariel Vinstav. Tuttavia la velocità con cui le fiamme potevano propagarsi lì dove c'era materiale da ardere era abbastanza alta da indurre Mike a porvi rimedio nell'immediato, onde evitare che raggiungessero presto il tronco del corpo. Se tutto fosse andato secondo i suoi piani, per lui recuperare la bacchetta sarebbe stato più arduo, forse persino un'esigenza meno immediata in confronto all'incendio.
Dopo il lancio, Casey avrebbe tentato di alzare la schiena e di mettersi seduta, rimanendo pur sempre di fronte al suo sfidante.

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view post Posted on 11/4/2021, 08:59
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MIKE T. MINOTAUS
vs. Casey Bell
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE
Disarmato e scottato.
Poteva forse esserci un inizio peggiore?
Incredulo e sofferente per le fitte che provenivano dal palmo destro, l’inglese avrebbe assistito impotente e con crescente preoccupazione alla caduta della bacchetta, mentre l’istinto guidava la mano sinistra a stringere il dorso di quella ferita.
Colto in controtempo da quella duplice e temibile conseguenza, Mike avrebbe degnato di un solo e rapido sguardo la sua avversaria, prima di concentrarsi sulla ricerca di un modo per uscire da quell’incresciosa situazione.
L’incanto, di fatto, non solo aveva lasciato un lungo segno rossastro sulla pelle del ragazzo, ma aveva minato parte delle sue sicurezze andando a compiere uno sfregio ben più grande e doloroso nell’orgoglio; si trattava di un danno che nessuna pozione Blandofuoco o Anestetica avrebbe potuto mitigare.
Certo, non era la prima volta che finiva disarmato nel corso di un duello, ma ogni volta che veniva costretto a separarsi dal fedele Prugnolo, percepiva un malessere interiore che gli avviluppava lo stomaco e gli faceva percepire quel momento come profondamente sbagliato e ingiusto.
In quel turbinio di emozioni e sentimenti negativi Mike era comunque consapevole del fatto che, con un briciolo di fortuna e di intraprendenza, avrebbe potuto superare quel momento di difficoltà per continuare a portare avanti la prima scena di quell’atto.
La bacchetta in fondo era lì, ai suoi piedi, e un tentativo per tornarne in possesso andava pur fatto.
Conscio del poco tempo a disposizione e delle eventuali conseguenze del suo gesto, il ragazzo avrebbe cercato di testare i suoi stessi riflessi nel compiere un particolare gesto ginnico.
Senza perdere di vista l’obiettivo e provando a ignorare le continue fitte provenienti dalla mano, Mike avrebbe così cercato di abbassarsi rapidamente a terra con tutto il corpo, con il braccio sinistro che sarebbe poi andato in avanti e in diagonale, tastando il tappeto fino a sfiorare l’impugnatura stessa della bacchetta.
Se fosse riuscito a mettersi semidisteso sui gomiti, con le spalle rialzate per permettere alla sinistra di muoversi al meglio, avrebbe cercato di sincerarsi circa la temperatura superficiale del legno con i soli polpastrelli e, qualora avesse percepito un calore intenso ma non eccessivo, avrebbe cercato di afferrarlo con la mancina, già protesa in avanti, per poi passarlo più dolcemente alla destra.
Al contrario, qualora avesse percepito un calore assolutamente eccessivo e fuori portata tipico di un oggetto ancora incandescente, Mike avrebbe tentato di bloccare parzialmente la bacchetta con la parte sinistra del braccio, sfruttando così gli indumenti con i quali si era presentato in sala per evitare il contatto diretto con la parte arroventata dell’arma. Conscio di quello svantaggio, avrebbe infine provato a soffiare disperatamente, e forse inutilmente, sulla superficie del Prugnolo per tentare un più veloce e successivo recupero.
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view post Posted on 20/4/2021, 19:47
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Il Fato

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Lenka sapeva che, una volta messa in moto, l'azione non avrebbe dato nemmeno un attimo di tregua né al pubblico né, tanto meno, ai contendenti. Scanditi da un ritmo spesso serrato, i duelli dovevano alla loro dinamicità parte di quell'attrattiva così potente da radunare un'intera folla di spettatori. Era questo che Lenka ricercava, ogni volta che si ritrovava ad arbitrare; ed era questo che desiderava vedere mentre seguiva le mosse dei due ragazzi.
Non c'era, nelle menti di Casey e di Mike, spazio da dedicare ad una visione del duello in termini di spettacolo. La Herzigova sapeva, per sua diretta esperienza, che trovarsi sulla pedana offriva tutt'altro tipo di emozione, ancora più intensa e sentita di quella che portava il pubblico a trattenere il fiato. Per i duellanti, ogni istante era uno spazio da riempire in anticipo sul proprio avversario.
Sembrava esserne consapevole Casey, che, ancora distesa lungo la pedana e dolorante, si sforzò comunque di agire con rapidità. Le bastò uno sguardo per accorgersi di aver disarmato il proprio avversario e, determinata a sfruttare appieno quell'iniziale vantaggio, non perse tempo a rialzarsi prima di colpire nuovamente. La sua voce risuonò con forza nella sala; non era lo stesso tono esitante che aveva risposto a Lenka prima del lancio della moneta: la Bell sembrava aver subito una vera e propria metamorfosi, la sua determinazione era ora palpabile.
Dal canto suo, Mike rispose all'esigenza prima che gli premeva in quel momento: recuperare la propria bacchetta. L'arma era proprio di fronte a lui, apparentemente raggiungibile senza grande sforzo; tuttavia, le cose erano più complicate di quel che sembrava.
Un sottile raggio di luce – aranciato come un guizzo di fiamma viva – partì dalla bacchetta di Casey per estinguersi, rapido come un fulmine, contro alla gamba destra dell'avversario. La Grifondoro aveva puntato poco sopra il ginocchio, ma, nell'atto di abbassarsi, Mike offrì all'incendio la zona appena superiore. Le prime fiamme fecero capolino all'altezza di metà coscia; attecchirono rapidamente alla stoffa dei pantaloni, sotto alla quale Mike poté sentire il loro primo, feroce tocco (-21PS, -5PC). L'incendio venne parzialmente soffocato quando il ragazzo si sdraiò sulla pedana, ma continuò a bruciare al lato della gamba; per il momento era ancora contenuto, ma si stava allargando tanto verso le ginocchia quanto verso il bacino.
Era il fuoco, nelle diverse sue forme, a mettere in difficoltà il Serpeverde, che, sfiorando con una mano la bacchetta caduta, poté accorgersi di come scottasse ancora. Sentì il suo calore anche attraverso la stoffa della maglietta, quando riuscì a bloccarla sotto al braccio. Soffiare contro il legno sembrava un'azione disperata, e nemmeno lui avrebbe saputo dire quanto fosse servito, tuttavia percepì una graduale diminuzione della temperatura, al punto che avrebbe potuto arrischiarsi a stringere l'impugnatura. Di certo non poteva permettersi di restare inerme ancora a lungo, quando la sua situazione si aggravava sempre più – le fiamme non si sarebbero spente da sole, e, con ogni probabilità, la sua avversaria non gli avrebbe dato tregua.
La ragazza, nel frattempo, si era appena alzata a sedere. Lo sforzo le era costato una fitta alla parte sinistra del torace, mentre il dolore al braccio cominciava ad affievolirsi. Al momento Mike non era sotto tiro, ma, ancora una volta, pochi istanti avrebbero potuto fare la differenza.




Casey
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Sollevarti ti ha causato una fitta alla parte sinistra del torace; anche il braccio sinistro continua a darti fastidio, per quanto il dolore stia scemando. Sei riuscita a metterti seduta, le gambe leggermente piegate di fronte a te. Sei voltata verso Mike.
Mike
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Mentre ti stavi abbassando, sei stato colpito dall'Incendio, che ha attecchito sulla gamba destra, a metà coscia. Senti già le prime bruciature. Le fiamme non si estingueranno da sole, e anzi si espanderanno.
Al momento ti trovi semidisteso sulla pedana, puntellato sui gomiti. Hai bloccato la bacchetta sotto al braccio sinistro, e attraverso la manica senti che la sua temperatura sta calando: ormai non scotta più.
L'ustione sul palmo destro continua a bruciarti, ti farà perdere 1PC per un turno ancora.


Turno a Mike.

 
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view post Posted on 23/4/2021, 17:30
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MIKE T. MINOTAUS
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE
Disarmato e scottato, ora stava per giunta prendendo fuoco.
Tutto era accaduto così velocemente da lasciare un senso di smarrimento tra le emozioni di Mike che, dal percepire il legno della bacchetta ancora arroventato sotto il braccio sinistro, ora si ritrovava a dover lottare contro una fiamma viva che gli lambiva la coscia destra.
Con gli occhi spalancati per lo spavento e con la paura di percepire presto le ustionanti conseguenze di quella fiammata sulla pelle, l’inglese avrebbe lasciato all’istinto la sua prossima azione.
Era una situazione terribilmente difficile e, in quel momento, non c’era materialmente il tempo di pensare in maniera lucida e razionale a come migliorare la sua condizione. Così, l’esigenza di recuperare la bacchetta si sarebbe incrociata con il naturale spirito di preservazione che normalmente guidava le scelte del Serpeverde.
In quell’infausto contesto, la mano destra, ancora arrossata e dolorante, avrebbe subito cercato di afferrare il Prugnolo che, grazie a Merlino, nel frattempo si stava via via raffreddando sotto il braccio sinistro.
Nel compiere questo eventuale gesto, semplice e doloroso allo stesso tempo, Mike avrebbe cercato nel contempo di porre rimedio a quanto stava accadendo lungo i pantaloni della divisa. Nonostante la fiamma fosse ancora di dimensioni contenute, la sofferenza causata da quella lingua di fuoco iniziava ad essere tremenda e solo un lungo bagno di Tiepidario avrebbe potuto alleviare quella bruciante sensazione.
Con il cuore che gli batteva a mille e con addosso tutta l’adrenalina del momento, Mike si sarebbe contemporaneamente dato una leggera spinta con la gamba sinistra e, sfruttando la sua posizione semidistesa, avrebbe provato a compiere un moto rotatorio verso destra e l’esterno della pedana, spostandosi di conseguenza da quel punto centrale.
Nell’effettuare quel rotolamento, il ragazzo avrebbe cercato di portare a sé, stretta al corpo, la mano destra, lasciando invece la sinistra libera di muoversi nei pressi del bacino.
L’intento era proprio quello di smorzare le fiamme con il loro schiacciamento tra il corpo e la pedana, privandole poi del vitale ossigeno con la ripetuta pressione della manica sinistra.
Disteso e rotolante, Mike avrebbe così cercato di percuotersi per evitare le atroci sofferenze che le fiamme avrebbero potuto procurargli nel corso dello scontro; certo, il presumibile recupero della bacchetta e lo spegnimento di quel principio d’incendio gli avrebbero fatto perdere del tempo prezioso, ma se voleva porre le basi per cercare di ribaltare le sorti di quell’incontro, doveva necessariamente superare quei due ostacoli senza farsi prendere dalla frenesia o dal terrore del momento.
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view post Posted on 27/4/2021, 08:48
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Il fuoco guizzò di fronte alle sue iridi in un raggio rosso e incandescente scaturito dal Nocciolo. Soddisfazione e adrenalina percorrevano le sue vene diffondendosi per l'intero corpo. L'ira pian piano si faceva strada, e lei lo percepiva. Ma aveva preso una decisione all'inizio di quel duello: mantenere il controllo, qualsiasi cosa accadesse, di se stessa. E si sarebbe ritenuta sconfitta se non vi fosse riuscita.
Proprio per questo fu complicato non lasciarsi andare all'odio sentendo quella terribile fitta alla spalla. Quando si mise seduta, il dolore la costrinse a stringere i denti di fronte alla possibilità di prendersela unicamente con Mike. Decise che sarebbe valso invece da stimolo per aumentare la propria vigilanza, per spostare la sensibilità di quella zona ristretta espandendola all'intero corpo e ai sensi. La prontezza era davvero l'unica arma di cui necessitava sulla pedana della Congrega.
Di fatto, messasi seduta più in fretta che poté, gli intenti erano già chiari e le idee si erano agganciate alle possibilità che la stessa sala le dava. La scorsa volta si era avvalsa delle torce sospese, evocando il fuoco che da sola non sarebbe mai riuscita a creare. Convinta di non voler continuare ad alimentare le fiamme che torturavano il suo sfidante - quel tremendo dolore lo immaginava su di sé e la gola le si stringeva all'idea di quel che l'altro stava passando -, i suoi occhi si posarono su uno dei due gargoyle della sala che riusciva a vedere, dietro la parte di pedana di Mike.
Veloce, la bacchetta assecondò la vigilanza. Casey scacciò la brama d'ira con la concentrazione, sgomberando la mente di ogni pretesa emotiva, percependo il dolore solo come un ricordo lontano. Fissando gli occhi sulla statua di pietra, il Nocciolo avrebbe puntato la testa della creatura inanimata, sorretto da un polso non troppo rigido. Il risveglio dell'intelletto e il suo più totale asservimento sarebbe stato sancito dalla rotazione completa del polso in un cerchio in senso orario. Nel mentre avrebbe legato a sé la mente della creatura in procinto di risorgere: l'ordine di vivere sarebbe stato dettato da un pensiero perentorio quanto un ordine, così come quello di vivere per attaccare Mike Minotaus, qualsiasi cosa accadesse. Repentinamente, terminato il cerchio gli avrebbe subito animato il cuore: la bacchetta si sarebbe mossa con velocità improvvisa, colpendo con decisione e precisione chirurgica la zona in cui sarebbe dovuto risiedere il muscolo cardiaco. Infondendogli il furore che animava lei stessa in quel duello e trasferendogli la rabbia di cui lei non voleva rimanere vittima, il gargoyle avrebbe dedicato ogni breve attimo della sua breve vita ad un'azione impietosa. Dunque la strega avrebbe pronunciato la formula in quest'ultimo passaggio, con voce chiara e decisa, ponendo l'accento sulla prima "o", «Gargòllo», per poi immediatamente disegnare la traiettoria che la statua avrebbe dovuto compiere, fendendo veloce l'aria con la bacchetta e puntandola su Mike: «Oppugno!»
Resistenza, concentrazione, adrenalina. Avrebbe tentato di mantenere attiva quella vita più tempo possibile per permetterle di portare a termine i suoi doveri.
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Proroga concessa dal master.
Ho evitato di descrivere i tratti del gargoyle e soprattutto di dire quale dei due fosse fra quelli che vede Casey per non rischiare di fare metagame, dato che Mike si sposta e dunque uno dei due risulta più vicino a lui dell'altro. Al master la scelta.
 
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30 replies since 16/3/2021, 19:15   1550 views
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