MIKE T. MINOTAUSvs. Casey Bell
• PS:251/251 •
• PC:169/169 •
• PM:165/165 •
LA GIORNATA DEL DUELLANTEAnsia. Immotivata ed innaturale.
Dopo aver oltrepassato la porta di quell’imponente edificio posto al centro della Londra Magica, Mike si era sentito come un Avvicino senz'acqua.
La Congrega dei Saggi Duellanti non era una novità per il giovane inglese ma, nonostante l’indole intraprendente e votata al miglioramento, quel giorno sembrava esserci qualcosa di sbagliato nel suo animo.
Stringendo le mani al corpo e camminando a testa bassa, il ragazzo si sarebbe ritrovato nei pressi dei servizi con l’unico scopo di chiudersi all’interno di quel luogo. Voleva e doveva ritrovarsi.
Fino a quel momento era sempre riuscito ad affrontare quelle circostanze con la giusta motivazione e con l’obiettivo di mettersi alla prova, eppure quel giorno tutto sembrava diverso.
Smarrito come un viandante che ha perso la propria lanterna, Mike si era ritrovato a dover gestire un nuovo e temibile nemico. Non conoscendolo particolarmente bene, era caduto nel più classico dei tranelli e ora si trovava lì, a vivere emozioni contrastanti o, addirittura, opposte.
Incapace di stare fermo, il giovane si sarebbe accorto del leggero tremore che si stava diffondendo a tutto il corpo nel compiere un gesto apparentemente semplice, come quello di regolare il flusso d’acqua del lavandino.
Nonostante i buoni propositi non mancassero del tutto, in quel momento percepiva tutta l’agitazione nel ritrovarsi lì, in quell’ambiente. La paura dell’ignoto e di ciò che sarebbe stato sembrava prevalere su tutto, anche sulla consapevolezza di essersi ben comportano nel corso della precedente manche.
Certo, il livello si sarebbe alzato in maniera esponenziale, ma se un tempo quel pensiero sarebbe bastato a stimolare ancor di più l’intraprendenza del Serpeverde, ora quell’idea sembrava stringerlo e avvolgerlo in un vortice buio e cupo, apparentemente senza fine.
La mente percepiva quell’evento come determinante, in grado di indirizzare lo stesso destino del Caposcuola. Sarebbe riuscito a mettere in mostra tutte le sue capacità personali o, al contrario, ne sarebbe uscito schiacciato e ridicolizzato dall’abilità e dalla strategia dell’avversario?
In cuor suo Mike percepiva quell’inquietudine come eccessiva e sbagliata, ma i suoi stessi pensieri faticavano a scacciarla.
Nel percepire l’acqua che gli bagnava i polsi e il viso, il ragazzo avrebbe cercato di compiere un paio di respiri profondi.
L’adrenalina continuava a scorrergli nelle vene provocandogli un’accentuata accelerazione del battito cardiaco ma, se voleva uscire migliore da quella situazione, doveva tornare a pensare in maniera più razionale. In fondo, si trattava pur sempre di un duello, uno dei tanti...
Se da un lato, quello più nascosto e profondo, percepiva un certo orgoglio nell’essere di nuovo lì, dall’altro lato avrebbe voluto scappare e tornare a sdraiarsi sopra il suo letto a baldacchino, ammirando da quella angolazione le profondità del Lago Nero.
Dopo alcuni istanti che gli parvero ore, Mike si ritrovò a compiere qualche passo oltre il bagno di servizio. Ormai era lì, nei pressi della sala. Era agitato, teso, eppure voleva dimostrare, in primo luogo a se stesso, che la sua autostima non sarebbe dipesa dall’esito di quella sfida.
Lui era Mike Minotaus e quella era solo una delle tante avvincenti esperienze che avrebbe vissuto nel corso della sua vita.
Così, nonostante il passo incerto e il volto tirato, salì sulla pedana e…
Oh… preso in controtempo nello scorgere un volto a lui noto, le labbra di Mike sarebbero rimaste leggermente aperte, incapaci di nascondere la sorpresa del momento.
Avrebbe voluto parlare per stemperare, almeno in parte, la tensione e il nervosismo che stava percependo ma, per lo meno in quel frangente, non ci riuscì.