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Già che si trovava proprio al Castello di Hogwarts, l'impeccabile barbagiannetto di nome Karkaroff aveva manifestato assoluta disponibilità a portare più consegne agli abbonati che abitavano quel luogo. Di rientro dagli uffici superiori, un volo a destra e una giravolta a sinistra, poté infatti raggiungere facilmente le stanze private del Professor Toobl. Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta, per lui, ad aver fatto tappa alla Scuola di Stregoneria, tuttavia di una cosa era sempre stato certo: nessun posto custodiva tante sorprese quanto quello. Aveva beccato un cupcake alle mandorle esattamente sull'elmo di un'armatura canticchiante, forse omaggio di uno studente distratto o forse un regalo da parte della stessa Hogwarts. Un po' come a dire: "Bentornato, vecchio mio. Ci sei mancato". Perché in effetti Karkaroff non sorvolava quei corridoi da tanto, tantissimo tempo. Ad ogni modo, già più deliziato dal proprio spuntino, consegnò la posta lì dove dovuto e a malincuore spiccò il volo lontano. Oltre una finestra in tufo, oltre una breccia sul cielo limpido di Dicembre. Per festeggiare Natale e Capodanno, in allegato per tutti gli abbonati del Profeta: GIOCHI ENIGMISTICI Altro appuntamento con i giochi enigmistici. Attenzione I primi sei che invieranno tutti i giochi risolti alla casella mp del Gufo Espresso vinceranno buoni spesa alla prossima consegna. Aguzzate l'ingegno! Daddy E. Toobl CITAZIONE (Camille Donovan @ 2/11/2021, 17:31) Mollicci in Armature Sotterranei di Hogwarts sotto assalto! Grida di terrore percuotono le mura di Hogwarts. La causa, però, non sono le inquietanti decorazioni appese in occasione della festività di Halloween. Una serie di Mollicci si è nascosta all’interno delle armature poste lungo il corridoio dei sotterranei. Pochi giorni fa, durante quella che sembrava una tranquilla serata come tante altre, hanno deciso di saltare fuori all’improvviso, tormentando, anzi spaventando indistintamente studenti ed insegnanti. Molti di voi sapranno sicuramente che creature infide sono i Mollicci, magari li avete anche affrontati. Alcuni di voi, invece, si ritrovano per la prima volta faccia a faccia. Com’è finita questa strana battaglia? Ve lo racconto più avanti! Adesso, per coloro che non li conoscono, e che sicuramente dovranno ancora seguire la temuta lezione di Difesa Contro le Arti Oscure che li riguarda, vi fornisco di seguito alcune informazioni fondamentali. Cosa sono i Mollicci? I Mollicci possono essere semplicemente definiti come il nostro peggior incubo, letteralmente. Nessuno conosce il loro vero aspetto, si tratta di esseri mutaforma capaci di trasformarsi nelle nostre più profonde paure se ci compaiono davanti. Per questa loro caratteristica, il Ministero della Magia li ha classificati con una pericolosità pari a XXX. I Mollicci, come i Poltergeist, non sono e non sono mai stati vivi, vengono definiti infatti non-esseri. Si pensa siano generati dalle emozioni umane, come i Dissennatori, in particolare dalla “paura”, la più irrazionale e incontrollabile. Se ne nutrono e si accrescono grazie ad essa, diventando sempre più forti. È possibile cacciarli, ma torneranno comunque numerosi. Purtroppo, quando scoprono una sostanziosa fonte di cibo non sono disposti a cederla facilmente. Anche queste creature, però, hanno dei punti deboli: la luce e le risate. Si trovano solitamente nascosti in luoghi chiusi, bui ed umidi, come cantine, soffitte, vecchi bauli o armadi. Se non riescono a trovarli, si nascondono solitamente nelle zone ombreggiate dei boschi o negli angoli celati di vicoli cittadini. Per neutralizzarli si utilizzano le risate, che li rendono particolarmente deboli ed inoffensivi. Com’è possibile? Per provocare delle sane ed incontenibili risate, è necessario castare sul Molliccio l’Incanto “Riddikulus”. Così facendo, la creatura assumerà una sembianza comica che scatenerà l’ilarità di chi sta attorno. Più persone rideranno, più s’indebolirà e si vedrà costretto alla fuga. Il problema? Non è semplice, richiede molta concentrazione e non sempre si riesce a mantenere il sangue freddo di fronte alle proprie fobie. Possono arrivare a prendersela anche con i babbani. Alcuni si limitano ad emettere rumori molesti, magari scuotendo il baule dove si rintanano, oppure grattando sui pavimenti. In quest’ultimo caso vengono scambiati comunemente per dei roditori. Altri tendono invece a mettersi fin troppo in mostra. Molliccio di Canterbury I babbani credevano fosse un vecchio eremita pazzo e cannibale, in realtà si trattava di un Molliccio molto piccolo. Nessuno di loro ha mai avuto un incontro ravvicinato, molti parlavano di un’ombra slanciata e scheletrica che si aggirava tra gli alberi di un bosco poco distante dalla cittadina. Si narra che qualcuno l’abbia persino visto sorridere, se così si può dire. Metteva in mostra i denti, affilati come rasoi e appuntiti come spilli, che scintillavano nell’atto di riflettere i lattiginosi raggi lunari. “The moon kissed blades on his demonic face - (Robinson Adrian, 1820)” Pare che il molliccio avesse fatto leva su una delle paranoie ricorrenti degli abitanti. Tempo addietro, un lupo famelico uccise parecchi capi di bestiame di alcuni contadini della zona, cercando persino di aggredire coloro che volevano liberarsene. Infine lo uccisero, ma il ricordo delle sue fauci insanguinate perseguitò a lungo la gente di Canterbury. Di notte, inoltre, avvertivano una risata stridula e raccapricciante, come quella di un folle, provenire da una delle caverne. Tale effetto era dovuto al cozzare di alcune pietre, accidentale o meno, che, grazie all’eco regalato dalla struttura naturale, rimbombava ed ampliava il suo volume. Quando accadeva, i pensieri dei poveri abitanti si dirottavano verso macabre immagini. Nuove, innocenti vittime intrappolate nelle sue grinfie. Vittime con cui si divertiva prima di commettere l’omicidio. “He laughed rudely in front of his victims - (Robinson Adrian, 1820)” Adamina Jones, un’anziana ed arzilla strega, insospettita decise d’indagare. Una sera si fece coraggio e si recò alla grotta incriminata. Niente faceva pensare che qualcuno ci vivesse. Era tutto buio, nessun fuoco a regalare luce e calore. Adamina, con un colpo di bacchetta, illuminò l’ambiente. A quel punto, qualcosa sgattaiolò tra le ombre. Ancora più curiosa, aumentò la luminosità. Quello che si trovò davanti la lasciò di stucco. La figura di suo marito, un babbano burbero e profondamente contrario alla magia, le stava lanciando occhiate di disappunto. Quando le rivelò di essere una strega, l’uomo iniziò a odiarla, neanche la lunga malattia che lo attanagliò placò il suo animo. Peccato, però, che fosse deceduto da almeno un anno. Adamina capì quindi contro cosa stesse combattendo. La notte dopo tornò, portando con sé una cassa di legno. Il Molliccio attaccò di nuovo, ma lei lo respinse e lo indusse ad entrare nella cassa, che poi sigillò con una serie d’Incantesimi. Da allora nessuno sentì più parlare del “Cannibale di Canterbury”. Il Molliccio della Vecchia Londra Le sue tracce risalgono al XIX secolo. Si tramutava in un assassino e, furtivamente, si aggirava di notte per le strade secondarie di Londra. Probabilmente l’omicida in questione era Jack the Ripper ed il Molliccio, approfittando della paura che i cittadini provavano anche solo al sentirlo nominare, per un breve periodo si finse lui. “Spotted Jack the Ripper again? At the moment still no victims - (The Daily Prophet, 1889)” William Harrison, un giovane mago e dipendente del Ministero, nonché amante dei criceti, castando il Riddikulus lo trasformò in una di queste morbide creaturine. Una volta reso innocuo, lo rinchiuse in una solida scatola di legno. L'Urlante Uomo Nero di Strathtully Originario della Scozia, questo Molliccio si nutrì delle paure dei Babbani talmente a lungo da ingigantirsi. Assunse le sembianze di un'elefantesca ombra nera, su cui torreggiavano fiammeggianti occhi bianchi. I superstiziosi s’inventarono le teorie più strampalate. “Two bright discs floated in the darkness. Is this what death looks like? - (Hughes Brendan, 1912)” Aaliyah Dankworth, impiegata presso il Dipartimento Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, nella divisione Esseri e Spiriti, venne incaricata di occuparsi del caso. Quando se lo trovò davanti, la prima cosa che la colpì furono proprio gli occhi grandi e luminosi, come due fari che fendono l’oscurità notturna. La fecero pensare a delle creature piccole e delicate che di solito, grazie alle loro protuberanze simili a lampadine, regalano il buonumore a grandi e piccini: le lucciole. Si figurò nella mente uno di questi coleotteri e castò il Riddikulus. L’incantesimo sortì il suo effetto ed il Molliccio, date le piccole dimensioni dovute alla sua nuova forma, venne catturato con un portafiammiferi. | Da qualche giorno, alcune di queste creature infestano i sotterranei della Scuola di Hogwarts. Inizialmente si avvertivano solo dei cigolii sinistri, attribuiti alle antiche armature che necessitano continuamente di manutenzione. I cigolii sono diventati sempre più insistenti e fastidiosi, come se qualcuno dall’interno cercasse di animare le armature. Il Signor Gazza, incaricato di capire la causa, ha pensato si trattasse di uno dei pessimi scherzi di Pix, il molesto Poltergeist che si diverte a infastidire gli abitanti del Castello.
«L’ho beccato nello sgabuzzino ed interrogato a riguardo, ma il furfante ha negato. Come se non fosse capace di una cosa del genere quel disgraziato! Prima o poi lo do in pasto a Mrs. Purr! Ovviamente non gli ho creduto, ma l’unica cosa da fare era tenerlo d’occhio.» ha dichiarato il Custode.
Pix per una volta aveva detto la verità. Infatti, poche ore dopo l’interrogatorio, una studentessa della Casa Serpeverde ha avuto uno spiacevole incontro mentre tornava in Sala Comune.
«Avevo appena terminato di cenare e, dopo aver lasciato il tavolo in Sala Grande, mi sono diretta nei Sotterranei. Quando ho percorso l’ultimo gradino della scala a chiocciola mi hanno colpito subito dei rumori sospetti. Certo, si avvertivano da giorni, ma mai così forti. Sembrava che una delle armature fosse caduta a terra. Mi sono avvicinata per accertarmi che tutto fosse a posto quando, svoltato l’angolo, ho trovato davanti a me un…un…scusa, sono ancora scioccata…ho trovato di fronte a me un topo…era molto alto, raggiungeva quasi la mia statura e io…odio quelli esserini, mi terrorizzano…non sapevo che fare, così ho urlato». Al suo grido sono arrivati alcuni studenti che, come lei, stavano tornando alle proprie camerate, e anche parte del corpo docenti. La creatura, trovatasi di fronte così tante persone, ha iniziato ad assumere diversi aspetti, cercando di spaventare più sventurati possibili. Passò dai serpenti, ai ragni, ai pagliacci, fino ai cadaveri di amici e parenti dei presenti.
«Ho visto il corpo di mia sorella gemella. Lei era proprio accanto a me, le ho stretto forte la mano. Credevo di averla persa. Siamo legatissime. È vero quello che si dice a proposito dei gemelli, morirei se non l’avessi più al mio fianco.»
I Mollicci scavano nell’animo di chi fronteggiano, spesso si è consapevoli delle proprie paure, altre volte no. Essi, per quanto possibile, frugano senza permesso nel nostro subconscio per estorcere tali informazioni.
«Non sapevo di essere condizionato a tal punto dall’ansia di fallire! Quando, per disgrazia, ha incrociato il mio sguardo si è trasformato nel Preside Peverell. Ha iniziato ad inveire contro di me, diceva che sono un incapace e che voleva cacciarmi dalla scuola. Ho trattenuto a stento le lacrime. Anche se successivamente ho capito che non era reale, mi ha comunque segnato.»
Ciò che ci terrorizza, che ci blocca, che ci condiziona, come evidenziato da questo ragazzo, non sempre è qualcosa di fisico. Probabilmente le paure peggiori sono quelle che, inconsapevolmente, ci creiamo da soli attraverso le nostre paranoie. Esse diventano un ostacolo insormontabile se non si affrontano e i Mollicci, ma non solo, saranno in grado di ritorcerle contro di noi come armi micidiali. Purtroppo, non era l’unico Molliccio presente. Dalle restanti armature, richiamati dalle grida e dagli schiamazzi concitati, ne sono sbucati altri cinque.
«Quel figlio di Morgana si è materializzato alle mie spalle. Mi sono voltato, ritrovandomi in uno sgradito tête-à-tête con un cobra. Mi paralizzo quando ne vedo uno, ho avuto un’esperienza orribile da piccolo. Finii al San Mungo per il morso di quella bestiaccia, quasi ci lasciavo la pelle! Ho ancora i brividi…»
Dopo attimi di caos che sembravano ore, gli insegnanti e gli alunni più grandi hanno cominciato a respingerli. Grazie al repentino intervento, i Mollicci sono tornati a nascondersi nel “confortevole” involucro di metallo. Le armature, con i loro poco pacifici inquilini, sono state poi riposte sotto chiave nello sgabuzzino vicino all’Aula di Pozioni, in attesa di una squadra della divisione Esseri e Spiriti inviata dal Ministero che venisse a prenderli in custodia. La porta è stata costantemente sorvegliata dal Signor Gazza, ma non è bastato a contenere un astuto fuggitivo, che probabilmente ha approfittato di un colpo di sonno del suo carceriere. Il mattino dopo, mentre si consumava la consueta abbondante colazione in Sala Grande, dal portone principale, anticipata da un grido assordante, ha fatto irruzione una mummia. Sì, avete capito bene, una mummia! Ha iniziato a girovagare tra i tavoli seminando il panico e bende che, staccandosi dal corpo, sono finite ad avvolgere le succulente brioche di zucca e qualche salsiccia.
«Credo non toccherò mai più una brioche in vita mia! Una delle bende si è attorcigliata come un verme giallognolo attorno a quella che avevo davanti, mi ha fatto talmente impressione che ho lanciato il piatto in aria. So di aver reagito in maniera esagerata, ma è stato più forte di me!»
Anche questo Molliccio, come quello della sera precedente, a causa delle troppe persone presenti ha assunto molteplici forme. La peggiore? I pipistrelli, o meglio il pipistrello. Una creatura lunga circa 70 cm che vagava impazzita, sbattendo le sottili ali membranose e buttando a terra tutto ciò che trovava sul suo cammino. Non si sa a chi appartenesse tale fobia, la cosa certa è che i docenti hanno approfittato della sua taglia minuta per cacciarlo e rinchiuderlo dentro un vassoio porta vivande, anch’esso prontamente sigillato e messo in sicurezza nello sgabuzzino. Per quanto riguarda noi studenti, in via precauzionale ci è stato caldamente consigliato di accendere le nostre bacchette durante le passeggiate nelle zone ombreggiate del Castello e nelle ore più buie della giornata, magari utilizzando un Lumos. Inoltre, gli insegnanti si sono prodigati per farci esercitare con il Riddikulus. Eccessivo? Vi assicuro di no. Niente è abbastanza quando si tratta di combattere ciò che ci spaventa. Nel tardo pomeriggio è intervenuta la squadra di disinfestazione, che nel giro di qualche ora ha sgomberato i Sotterranei da questi esseri molesti. Durante la notte, però, sono stati avvertiti nuovamente strani rumori, come di graffi e oggetti che vengono trascinati. Può darsi che sia solo una suggestione dovuta ai traumi subiti. Oppure c’è altro dietro? Chi può dirlo?
Vostra, Camille Donovan
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