«Sei un idiota! Sei, un, idiota! Già siamo messi male, ci mancava solo ti facessi togliere altri 5 punti! Lo sai che la McLinder non sopporta i ritardatari!»«Te l'ho detto mi dispiace, non l'ho fatto apposta, vuoi andare avanti a rinfacciarmelo fino a stasera? Sì, mi sono perso...»«No no, ma almeno dì la verità! Cosa serve che racconti balle, cosa vuoi esserti perso che è tre anni che sei qui!»«E invece ti dico che mi sono perso, mi sono trovato in questo lunghissimo corridoio che non avevo mai visto, era lungo lungo, pieno di tende con la gente sopra, che parlava e si muoveva... Camminavo pure veloce perché era imbarazzante stare lì! Faccio una corsa assurda e invece di arrivare in aula, mi sono trovato nei sotterranei! Ho dovuto risalire su fino al terzo piano, sempre di corsa, ti rendi conto!»«Cosa, cosa? Aspetta, cosa stai dicendo? Ma stai parlando del corridoio degli arazzi? Quello al primo piano? È al primo piano, non al terzo! È bellissimo quel posto, per me il corridoio più bello di tutta Hogwarts!»«Sì, boh, forse, credo di sì... Sarà quello, ma che ne so! Ero al terzo piano comunque non al primo, cercavo l'aula di incantesimi e mi son trovato lì... Comunque a me faceva paura quel posto...»«Strano... a me risulta sia al primo, vicino al viottolo d'ingresso del primo piano. Non so come ci sei finito. Ma comunque ci credo che sei arrivato ai sotterranei, da lì c’è una scorciatoia e si scende giù fin là, non lo sapevi? La uso sempre per andare a lezione di pozioni. Mi piace moltissimo quel posto, è pieno di magia! E tu sei proprio fuori di testa!»«No, non lo sapevo, se lo sapevo secondo te lo prendevo?»«Sei decisamente un idiota! Perso nel corridoio degli arazzi, Mah! Assurdo!»In sala grande, sotto il cielo incantato e le sue candide nubi, e sotto il sole alto allo zenit nell'ora di mezzogiorno, due Corvonero del terzo anno erano impegnati in questa interessantissima discussione. Edmund non aveva moltissima fame quel giorno, era preoccupato per quel tema di storia fermo alla trecentocinquantasettesima riga; avrebbe dovuto consegnarlo l'indomani ma era giunto a un punto morto e non riusciva a proseguire.
*Maledizione!*Stava quindi squartando senza remore, con un cucchiaio usato come un'accetta, del pudding che difficilmente sarebbe riuscito a essere condotto al palato nella forma consueta. Lo sguardo era basso, posato sul piatto che aveva di fronte, e la sua mente, in cerca di distrazioni che gli consentissero di non pensare assiduamente a quell'impellente problematica scolastica, elaborava input sensoriali degni di nota su cui convogliare le attenzioni del padroncino. La mano sinistra sorreggeva il viso del ragazzo, con pollice sotto il mento e l'indice steso in verticale, mentre la destra lavorava alacremente, le gambe invece oscillavano ritmicamente e alternativamente su e giù sui piedi saldamente ancorati sotto la panca; il cucchiaio infine pugnalava la pietanza, sottolineando col suono i segni di interpunzione dei discorsi di quei compagni di casa.
In un primo momento Edmund non concesse troppa attenzione ai discorsi di quei due adolescenti, erano infatti soliti passare interminabili minuti a beccarsi come un duo comico, lì come in sala comune. Tuttavia in quell'occasione, poco a poco, il loro dialogo iniziò a incuriosirlo. Non fu tanto il fatto che uno dei due si fosse perso il fatto curioso, né il fatto che non era ancora riuscito a capire cosa avesse visto il Cappello Parlante per collocarlo nella casa di Priscilla Corvonero. Fu piuttosto la descrizione della sala, di quella sala:
Il corridoio degli arazzi
Ovviamente non credeva a una sola parola del perdigiorno, credeva piuttosto alla descrizione del suo amico, quello che lo aveva definito il corridoio più bello di tutta Hogwarts; quando sentì descrivere quel corridoio come un luogo bellissimo, con arazzi abitati da personaggi mitici, sir Cayley, Madame Ashley, la dama iridata, la chimera cieca e molti molti altri… quando lo sentì etichettare come un luogo pieno di magia, dove si poteva andare per passare il tempo curiosando qua e là, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo, quando infine sentì dire che era una zona del castello decisamente da esplorare, decise all'istante che il massacro del pudding poteva anche terminare essendoci una missione importante da portare a termine.
In men che non si dica infilò la tracolla, balzò in piedi e si diresse a passo spedito verso l'uscita della sala grande: destinazione corridoio degli arazzi.
Giunto quasi alla fine del lungo corridoio centrale tra i tavoli delle case, vide Helena Whisperwind, una Tassorosso del primo anno, l'unica con cui avesse vagamente un rapporto di amicizia. Non dovette pensarci troppo per fiondarsi su di lei con l'intenzione di proporle quella missione esplorativa, di sicuro le sarebbe piaciuto andare a esplorare il corridoio degli arazzi.
Quando si trovò alle spalle della ragazzina che, a differenza sua, sembrava gradire il pudding delle cucine scolastiche, con due dito le bussò sulla spalla e attese si voltasse.
La ragazzina lo salutò col suo consueto tono solare, un misto a curiosità e stupore per quella visita inattesa. Si voltò e, appoggiando una gamba sulla panca per avere maggior stabilità, circondata dalle mani che avevano mollato le posate, salutò il coetaneo.
«Ciao Edmund, come va? Che ci fai qui?»Il ragazzino rovesciò una valanga di parole sulla Tassorosso, l'entusiasmo e il desiderio di mettersi all'opera per quella missione sembravano aver il potere di accelerare il parlato.
«Ciao! Hai finito di mangiare? Devi venire, devi assolutamente venire, ho scoperto di un posto stupendo!»La parlata era veloce ma il volume sempre basso, poco più di un sussurro, si guardò quindi intorno attento che nessuno ascoltasse.
«Il corridoio degli arazzi, hanno detto che è bellissimo, il posto più bello di tutta Hogwarts! Dai andiamo!»«Ma Ed sto finendo di mangiare, non possiamo andare più tardi?»«Mmmmh meglio di no, sarebbe meglio andare subito perché poi ci passa gente e non possiamo fare le esplorazioni con calma! Dai finisci quel coso, ti mancheranno meno di quattro minuti ti aspetto.»Helena capì quanto fosse difficile far desistere il testardo Corvonero e decise infine di accogliere quella singolare proposta.
«Va bene, però lasciami almeno finire di mangiare. E poi mi aiuti con i compiti di difesa!»Dopo circa 15/20 minuti i due si trovavano sulle scale che portavano al primo piano, Edmund si guardava sempre attorno cercando di ricordare i dettagli sentiti nella conversazione in sala grande.
«Dunque hanno detto che è vicino al viottolo d'ingresso, il leone, il gargoyle, sì ci siamo, però non vedo...»«Ma sei sicuro che sia qua? Ci siamo passati un sacco di volte, non ho mai visto questo posto!»«Sì sì, quello un po' ritardato continuava a dire che era al terzo piano ma l'altro, quello sveglio, ha detto che è qui.»«Ehi! Aspetta! Quello cos'è?»Disse Helena indicando la statua di un animale magico senza testa.
«Grande! Allora ci siamo, quello è Bill senza testa! Dicevano che forse è un Augurey ma a me non sembra molto! Comunque di qua, ci siamo!»In men che non si dica i due si trovarono all'imbocco del corridoio degli arazzi.