moonlight, Privata

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view post Posted on 9/3/2023, 16:24
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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La luna era alta in cielo, le stelle lo costeggiavano e Lyvie non poteva fare a meno di guardare su, abbassando solo lo sguardo ogni tanto per guardare bene dove mettesse i piedi. Dopo quella serata, la voglia di avere interazioni sociali era scesa drasticamente, voleva solo mettersi il pigiama e rintanarsi sotto le coperte. Il calore dello Speakeasy contribuì ad arrossarle le gote nel momento in cui vi uscì per recarsi verso l'ingresso del castello, date le temperature fredde di quel gelido inverno. Con la giacca sull'avambraccio e le mani nelle tasche dei pantaloni, respirò quell'aria fredda a pieni polmoni, sentendosi finalmente tranquilla dopo quella turbolenta serata.
Era successo di tutto, e tutto quello Lyvie voleva lasciarselo alle spalle. Ma una cosa stranamente piacevole era capitata: aveva avuto un'interazione con qualcuno con cui non avrebbe mai pensato di interagire prima di quel momento, ritrovandosi incuriosita dalla sua persona. Era sola, e la giovane poteva capirlo perfettamente. Ora più che mai, erano davvero molto simili, due facce della stessa medaglia. Era questo che era riuscita a leggere lei, rendendosene conto in quel momento ora che non si trovava più in sua compagnia.
Attraversò l'ingresso del castello, davanti a lei le porte della Sala Grande, alla sua destra le scale che davano ai vari piani dell'imponente struttura. Si voltò per un attimo, dopo aver dato le spalle alla luna e ai suoi raggi, alla fontana che ospitava qualche coppietta o qualche anima pia in via di ritiro dal ballo e, nel spostare nuovamente lo sguardo avanti a sé, la rivide.
Vivienne, che sembrava un po' turbata ai piedi delle scale.
Avanzò qualche passo Lyvie, guardandosi attorno e rendendosi conto che non ci fosse nessuno con lei. Avrebbe potuto superarla, farsi gli affari propri e scendere nei sotterranei, ma decise di fermarsi proprio a qualche passo da lei, in un'espressione un po' confusa.
Ironia della sorte, ora fu lei ad andarle incontro.

« Hai paura delle scale? » ironizzò pungente, sollevando un sopracciglio in un'espressione sarcastica.
Non aveva capito il perché della sua sparizione, dopo la scoperta dello Speakeasy. Forse, la mezza litigata con la Wagner l'aveva scombussolata parecchio, tanto da portarla a filarsela via. Di certo non poteva biasimarla, Lyvie ci aveva messo anche troppo a darsela a gambe.
Non aggiunse altro, tenendo dentro di sé una marea di domande che avrebbe voluto farle per avere più chiara quella situazione. Cercò prima di capire se a lei andasse o meno continuare quella conversazione, o se avesse preferito andarsene a dormire e lasciarla sola.
In entrambi i casi, Lyvie non sarebbe stata insistente.
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V i v i e n n e :flower:

Role ambientata alla sera stessa del ballo The Roaring 20's, post-serata

 
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view post Posted on 19/4/2023, 21:00
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Vivienne Pierce - 15 Y.O.
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Forse i balli erano veramente una maledizione per lei: ogni volta qualcosa andava storto. La litigata con Alice, per quanto ci avesse provato, non l'aveva lasciata indifferente. Ad ogni passo verso lo Speakseasy, la rabbia e il dolore crescevano, fino a quando si rese conto che non ce la faceva più. Si ritrovò più indietro rispetto al resto del gruppetto con cui stava camminando, così ne approfittò per defilarsi. Si rese immediatamente conto che non fosse la cosa più educata da fare, soprattutto nei confronti di Lyvie. Ma stava troppo male e non c’era nessuno a cui si sentiva di dare spiegazioni. Così fece dietro front e si diresse verso l’ingresso. Lungo la strada di ritorno fu attirata da un gruppo di ragazze che si urlavano addosso. Il suo ruolo di Prefetto le imponeva di non ignorare l’accaduto, nonostante il pensiero di affrontare un altro litigio (anche se non da diretta interessata) non la rendesse troppo felice. Vedendo arrivare un Prefetto, le ragazze si calmarono piuttosto velocemente, così Viv decise di non prendere provvedimenti, dopotutto non sembrava essere successo niente di grave. La voce di Peverell le impedì per la seconda volta di tornare al castello, ormai decise di rimanere per scoprire chi avesse vinto la coppa delle case. Alla fine dei giochi, si ritrovò ad abbandonare veramente il ballo solo quando era praticamente quasi finito. La verità era che forse aveva trovato delle scuse per rimanere perché andarsene subito avrebbe significato ammettere la sconfitta: non ce l’aveva fatta a reggere tutta quella pressione. Avrebbe significato ammettere che doveva cercare una soluzione a tutti quei problemi che la stavano trascinando giù in una spirale di tristezza, ed era l’ultima cosa che desiderava. Mentre quei pensieri le vorticavano in testa si accorse di aver varcato l’ingresso del castello. Si fermò un attimo prima di continuare verso la Sala Comune, e fu quella esitazione che le permise di sentire una voce chiaramente rivolta nella sua direzione. Si girò e vide Lyvie venire verso di lei. Il tono era tagliente come al solito, ma questo non toglieva che stavolta era stata lei a venirla a cercare . D’altra parte poteva - giustamente - anche essere piccata per essere stata abbandonata senza nessuna giustificazione. Io… scusami, sono scappata via senza dire nulla. Non riuscì a trattenere le scuse, sapeva bene che aveva avuto torto in quella faccenda. Allo stesso non voleva dire troppo, non voleva che le sue giustificazioni suonassero come scuse, e perché i veri motivi che l’avevano fatta allontanare erano troppo personali per parlarne con qualcuno. « Non me la sentivo… sembra proprio che i balli mi portino solo discussioni. » Comunque per quanto ci provasse, non riuscì a farsi sfuggire qualcosa. In effetti l’ultima volta la discussione precedente avuta ad un ballo ce l’aveva avuta proprio con Lyvie. « Cioè, non ce l’ho con te, stavolta almeno. » Abbozzò un sorriso, a pensarci per un attimo quella situazione era troppo paradossale. Si stava “sfogando” su un ballo andato male con una delle persone che aveva rovinato l’ultimo ballo al quale aveva partecipato. C’era dell’ironia in quella situazione, Vivienne riuscì a coglierla e le servì per alleggerirsi di un po’ di quel peso che si portava dietro. « Pensa se avessi discusso anche con te stasera, che disastro. »



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Edited by V i v i e n n e - 6/5/2023, 23:49
 
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view post Posted on 12/5/2023, 00:25
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Scuse?
Lyvie sollevò un po' le sopracciglia dalla sorpresa, dato che ora Vivienne sembrava addirittura scusarsi con lei. La affiancò a quel punto, piacevolmente colpita da quel suo sentirsi in colpa che - da parte sua - sembrava una sciocchezza.
Ma in colpa di cosa? Credeva davvero che ci fosse bisogno di scuse per averla lasciata da sola?
Non è un problema, avrebbe voluto dirle. E invece la lasciò parlare, notando il suo essere davvero pensierosa quella sera. Forse si era avvicinata a lei per qualche motivo in particolare? Effettivamente, né Lyvie né Vivienne si erano mai interessate l'una all'altra, come il sole e la luna si evitavano come la peste dopo le precedenti discussioni che aveva impedito qualsiasi rapporto umano tra di loro.
E allora perché non mi ignori?

« Dovrebbero abolire questi balli del piffero. » mormorò più a se stessa che a lei, guardandosi le braccia ora che le aveva incrociate al petto, risollevando lo sguardo nel momento in cui le sorrise. Non credeva di averla mai vista sorriderle così sinceramente.
E non avrebbe mai creduto di ricambiare, anche perché - sì - era vero: quella sera non si erano affatto guardate in cagnesco. Paradossalmente.

« Io sì che ce l'ho con te, invece. Mi hai lasciato in mezzo a quel bordello di matti, dovevamo andarcene insieme. » ironizzò, marciando sul fatto che la bionda si sentisse in colpa per averla lasciata da sola, e così roteò le iridi al soffitto alto, visibilmente scocciata ma internamente divertita da tutta quella situazione.
Davanti a loro c'erano le scale che si muovevano, ora che erano entrambe ferme tra la Sala Grande ed esse. Poteva scegliere di andarsene nella Sala Comune, ma non aveva ancora finito con lei.

« Odio i balli. Non so nemmeno perché ci vengo, non mi invita mai nessuno. » si lasciò sfuggire, ormai in vena di confessioni anche lei. E così, decise di sedersi sulle scale, i gomiti sulle ginocchia aperte e la giacca che pendeva su una coscia, in una posizione comoda.
Stavolta non la guardava, ma accennò un sorriso lo stesso, per quel suo commento finale.

« Beh, nel caso in cui avessimo litigato, sarebbe stata tutta colpa tua. Ti ricordo che ti sei avvicinata tu a me. » chinando un po' il capo cercò il suo sguardo, in una tacita richiesta a sedersi accanto a sé.
Era tardi, non le avrebbe rubato molto tempo.

« Perché mi hai cercata? »
Era quella la domanda che si era posta mentalmente per tutto il tempo, non potendo fare a meno di notare quanto fosse strano il suo comportamento nei propri confronti. L'aveva cercata, addirittura avevano parlato come persone normali senza finire per scannarsi. Cos'era successo, quella sera, da innescare in lei il desiderio di un approccio amichevole?
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view post Posted on 6/7/2023, 21:28
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Vivienne non era per niente rancorosa, probabilmente quello era il motivo principale per cui riusciva a intrattenere una conversazione con Lyvie senza rinfacciarle i loro trascorsi o senza chiedere spiegazioni su quello che era successo. Non riuscì a capire se la cosa fosse reciproca, o se l’avvicinamento di Lyvie avesse qualche secondo fine. La verità era che a Viv non interessava, se interpellata lei avrebbe risposto sempre.

Annuì alla sua idea di abolire i balli. In realtà a Vivienne l’idea del “ballo” era sempre piaciuta, ma poi le cose non erano mai andate come si era immaginata e l’entusiasmo era scomparso.
Era distratta a pensare se avesse mai visto Lyvie sorridere, quando le parole successive la preoccuparono e la distrassero dai suoi pensieri: perché ce l’aveva con lei? Dovette aspettare la fine della frase prima di capire che fosse una battuta. Battuta alla quale non riuscì a far a meno di arrossire, pensando all’idea di andare via insieme. Che cosa intendeva Lyvie? Viv decise che non voleva ne pensarci ne saperlo. « È stato così terribile? » Cercò di sviare l’attenzione, fingendo di non aver avuto nessuna reazione.

Rimase ben spiazzata dalla confessione così diretta di Lyvie anche se, dovette ammettere che anche per lei era stato difficile partecipare sapendo di non aver una spalla a cui appoggiarsi, o più semplicemente di non avere qualcuno che volesse condividere quel momento con lei. Abbassò un po’ la testa ma non disse niente, a quel punto non aveva senso cercare di tirarla su usando frasi fatte e vuote: “ci si può divertire ugualmente!” Non era vero, ora lo sapeva anche lei.

Se Vivienne fosse stata rancorosa avrebbe risposto qualcosa del tipo “allora all’altro ballo la colpa era la tua!” Lo pensò, ma decise di non dirlo. Perchè rovinare quel momento di pace? Passare del tempo con Lyvie era meno terribile del previsto e non c’era motivo di seminare zizzania. Anzi, lesse il suo gesto e si sedette accanto a lei, la fretta di tornare in camera non c’era più. « Vero, vero, colpevole! Però non abbiamo litigato! Questo significa che non sono così terribile come credevi! Tu non lo sei. » Non avrebbe mai pensato di pronunciare quella frase ad alta voce. Ma in realtà era contenta di come erano andate le cose. Anche se la schiettezza di Lyvie metteva Vivienne molto in difficoltà. La serpeverde riusciva ad essere molto diretta e lo faceva con molta consapevolezza, cosa che a Vivienne proprio non riusciva. Al contrario, spesso e volentieri non riusciva a controllare quello che usciva dalla sua bocca, e non riusciva a frenare in tempo la lingua. Quindi, quando essere sinceri nel risponderle, rischiando di dire la cosa sbagliata? « Te l’ho detto… » Il primo pensiero fu quello di attenersi alla versione che aveva già dato prima. Ma mentire non aveva portato a niente di buono, la fine che aveva fatto la sua amicizia con Alice ne era la prova vivente. E così, sulla scia delle decisioni improbabili che aveva preso quella sera, decise di vuotare il sacco. « Ok. Avevi ragione, mi sentivo sola, e mi sono autoconvinta che anch’io potevo trovare qualcuno con cui passare la serata. Tu eri la prima persona che ho visto. Sembro abbastanza disperata, lo so. » Concluse con un sorriso amaro e lo sguardo rivolto dritto davanti a sé. Non era facile ammettere quelle cose neanche a se stessa, figuriamoci ad un altra persona. « E sì, ho litigato con Alice, e lei sembra essersi rifatta un giro di amici piuttosto velocemente, al contrario mio. » Non contenta, Viv decise per un cento per cento di onestà. L’ennesimo errore o finalmente si stava liberando di un peso?


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view post Posted on 12/7/2023, 02:24
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Alla propria battuta, la sua espressione prima di confusione e poi di realizzazione furono impagabili. Vivienne però poi arrossì, cosa che provocò in Lyvie un inevitabile nodo allo stomaco, anche a lei le gote si arrossarono di poco. L'aveva messa a disagio? Sarebbe rimasta col dubbio. Fortunatamente la sua domanda la salvò dal momento imbarazzante, ma perché si sentiva così strana? Forse era strano il fatto che stesse parlando con Vivienne come se niente fosse, nonostante i loro precedenti e le loro incomprensioni. Forse era strano perché aveva cominciato ad osservarla con occhi diversi, come se fosse una persona e non una nemica. Era pronta ad andare avanti.

« Terribile? Peggio. Devo vedere se posso perdonarti. » scherzò la riccia in un nuovo sorriso divertito, guardandosi ora le mani affusolate che si erano unite tra loro.
Attese, internamente, che Vivienne si sedesse al suo fianco. Era pronta al rifiuto che l'avrebbe allontanata definitivamente da sé, ma ciò non successe. Bensì decise di affiancarla, con sua somma sorpresa che però fu brava a celare.
"Tu non lo sei". Quelle parole le fecero quasi perdere un battito, e si rese conto che, sì, forse era vero. Era vero che Lyvie non era poi così tanto terribile, da allontanare chiunque, se solo la si imparava a conoscere. Ed era vero che anche Vivienne non era poi così male. Era piacevole parlare con lei, le parole le venivano fuori con naturalezza. Normalmente, la verde-argento si teneva sempre sulle sue, sia le parole che i gesti. Ma con Vivienne, quella sera al chiaro di luna, non fu così.
E giunse la risposta che desiderava. Aveva immaginato ci fossero problemi tra lei e Alice, cosa che ora la rendeva ancora più antipatica di quanto già non fosse. Più o meno, aveva intuito tutta la situazione, sebbene non conoscesse ancora il reale motivo di quella lite che le aveva allontanate. Non si aspettò tutta quell'onestà da parte sua, francamente aveva immaginato di ricevere solo parte della storia come contentino. Invece, Vivienne sembrò fidarsi di lei, confidandole una situazione che le pesava indubbiamente.
Ora, toccava a lei. Non si offese del suo tentativo di "usarla", perché lei poté tranquillamente mettersi nei suoi panni in quegli attimi.

« Io ti capisco. » si limitò a dire inizialmente, cercando ora il suo sguardo mentre voltava il viso verso di lei. Ci pensò un attimo su, quando aggiunse:
« È normalissimo. Fa male quando qualcuno di caro si allontana, per qualsiasi motivo, e fa ancora più male quando lo vedi felice lontano da te. »
Pensò a Kyros, suo fratello gemello, sangue del suo sangue, che ormai era come se non lo fosse più.

« Non sei sola. Hai trovato il ripiego migliore della serata. » ovviamente parlava di sé in maniera ironica per alleggerire la situazione, rivolgendole un piccolo sorriso nella speranza di rivedere il suo.
Era un chiaro invito a lasciarsi andare a sé, perché Lyvie si sentiva di volerla aiutare, nel suo piccolo.

« Non c'è proprio modo di poterne parlare? Tu e Alice intendo. »
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view post Posted on 29/9/2023, 11:14
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Vivienne Pierce - 15 Y.O.
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Si era avvicinata a Lyvie in un tentativo che sembrava un suicidio, invece il rischio che si era presa aveva ripagato. L’euforia di aver avuto ragione riuscì a sollevarle il morale in modo importante: la litigata con Alice faceva ancora male, ma il dolore si stava alleviando. « Dai sì, devi perdonarmi! » Tra l’altro, presa dall’entusiasmo, Vivienne neanche ci pensava al fatto che quello era il primo incontro civile, ed era già pronta a trattarla come un’amica di vecchia data. « Sono buona e non mordo! Mi sembrano due validi motivi » Lo disse con tono fintamente serio, prima di mettersi a ridere.

Forse era stata affrettata ad aver confessato tutto, ma era quello che si era sentita di fare, quindi non si sarebbe pentita di niente. Certo, per un attimo le parole di Lyvie furono un pugno nello stomaco: era stata lei ad allontanarsi da Alice, quindi involontariamente la serpeverde stava sottolineando che la colpa fosse stata sua. Però era chiaro che le sue parole volevano essere di conforto, e il solo pensiero che stesse cercando di farla sentire meglio servì allo scopo. Annuì, sorridendo debolmente. «Lo so che è nata come “ripiego”, ma non lo definirei più così. E non ti ho ancora ringraziato per avermi difesa prima. Vedi alla fine questo ballo è servito a qualcosa! » Non poteva farsi riprendere dalla tristezza. Si concentrò sulle cose positive di quella serata: riuscire a scambiare più di quattro parole con Lyvie senza schiantarsi a vicenda era un buon inizio. E il fatto che, nonostante l’astio contro Alice fosse ancora palpabile, le stesse chiedendo se le cose si potessero aggiustare, la stupì ancora di più. Tanto che non seppe subito bene come rispondere. « Mi piace pensare che prima o poi si possa risolvere, non saprei come però. » Sospirò rassegnata, anche se si rese subito conto che era un sollievo poter parlare della faccenda con qualcuno, era come alleggerirsi di un peso che fino a quel momento si era portata dietro da sola.

Intanto che parlavano, Vivienne vide sfilare davanti a loro gli studenti che tornavano nei dormitori, fino a quando si accorse che il volume generale si era abbassato, e in giro rimanevano solo alcune persone sparse. Si rese conto in quel momento di quanto fosse stanca e di quanto avesse bisogno di finire quella giornata. « Per stasera ti ho annoiata abbastanza con i miei problemi. È arrivato il momento di crollare a letto. Buonanotte e grazie ancora, di tutto. » Le sorrise ancora prima di alzarsi e avviarsi verso le scale. La serata non era stata un completo fallimento, dopotutto.

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view post Posted on 30/9/2023, 00:54
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Stavano addirittura scherzando? Lyvie, dentro di sé, era oltremodo incredula. Quella, fu la prima volta che sentì Vivienne ridere. Quasi le avrebbe perdonato qualsiasi cosa.

« Ci penso e ti faccio sapere. » invece disse, mantenendo quel sorrisetto sornione che la caratterizzava quando aveva un umore scherzoso. Il che era davvero raro.
Di certo non conosceva a fondo la situazione tra lei e Alice, anche perché Vivienne ne parlò senza scendere troppo nei dettagli. Per giudicare doveva prima sentire le due campane di tutta quella faccenda. E odiava anche solo incrociare per mezzo secondo lo sguardo con Alice, per cui - per la Serpina - automaticamente era Vivienne la vittima. Non aveva molto senso come ragionamento, ma per lei era così. Se non altro, poteva capire perfettamente come potesse sentirsi: lo stava vivendo attualmente anche lei un sentimento del genere, da quando suo fratello si era allontanato così drasticamente da sé, dal loro rapporto, dalla sua famiglia. Da un legame che sembrava essere indissolubile, bastava un attimo per diventare dei semplici conoscenti che non incrociano neanche gli sguardi. Ma questo era ciò che viveva abitualmente, tutti i giorni. Da anni, ormai, era così.
Fu per il suo conseguente ringraziarla che scrollò le spalle brevemente, come a farle capire che non era nulla.

« Beh, sì. Ora siamo in tregua, ti mancherà minacciarmi? » scherzò, cercando nuovamente il suo sguardo in un'espressione divertita.
Solo poi, alle sue parole, si ritrovò d'accordo. Sebbene non fosse il modo migliore per sistemare le cose, quello di aspettare e di sperare, lei poteva capirlo. Era ciò che faceva con Kyros: la paura del confronto. Il lasciar scorrere il tempo nella speranza che le cose possano aggiustarsi in un qualche modo. Era sbagliato non agire, ma era anche comprensibile.

« Lo scoprirai. » si premurò di rassicurarla, annuendo come a volersi convincere delle proprie parole.
Tornò a guardarsi le mani, non sapendo cos'altro dire, quando uno sciame di studenti giunse nel loro campo visivo. Era tardi, tornavano tutti nei dormitori dopo il ballo. Fu Vivienne a parlarle e a congedarsi di conseguenza, lasciandole un "grazie" e un sorriso, sorriso che le scaldò il cuore.

Non mi hai annoiata.
« Buonanotte, Viv. »
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