Come il fuoco nell'acqua buia, Privata - Alice

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view post Posted on 10/9/2023, 17:10
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Che il nostro racconto sia iniziato al di fuori delle mura scolastiche e che i capitoli che lo compongano proseguano effettivamente sempre al di fuori di quelle mura – mi sembra quasi una forma di correttezza e coerenza (?) stabilita dall’universo (?).
Non è vero.
Mento sapendo di mentire – nel corso degli ultimi mesi a scuola ho semplicemente stabilito da me di lasciare quanto più spazio possibile ad Alice, libertà d’azione, di emozione e di pensiero (?) – non ho avanzato in sua direzione richieste di alcun genere insomma - e.. beh, di fatto le ho lasciato così tanto spazio che, a quanto pare, la Rosso Oro si è sentita più che libera di evitare persino le mie lezioni.
Mentre ci penso arriccio un poco il naso, ma niente mi distoglie dalla mia attuale occupazione: le lezioni sono finite, l’estate non solo è alle porte ma queste le ha spalancate e varcate ormai da svariate settimane, l’aria calda e il canto delle cicale pervadono ogni angolo di spazio e ogni secondo di tempo.
Non voglio ricominciare il nuovo anno scolastico constatando il vuoto – il suo vuoto – ad ogni accidenti di lezione prevista per la sua classe, né sorridendole in giro per i corridoi o in Sala Grande – ma con la tristezza lì a fare capolino l’attimo seguente, appena lei magari mi risponde anche – ma poi mi volta le spalle e, inesorabilmente, se ne va.
Non pretendo neanche l’apice opposto della questione – baci, abbracci e “Prof Walker è la mia preferita!” – la sola idea mi risuona talmente assurda che scoppio a ridere, rompendo quel denso silenzio che mi circondava sino ad un attimo fa nel salotto del mio piccolo appartamento – ma accidenti - insomma, ecco..
[Insomma, ecco.]
Abbandonata così a sé stessa, questa situazione non mi piace – non mi piace per niente.
Ed io, il mio apice della fune – mareggiate, tempeste emotive dell’una o dell’altra o meno – lo sto ancora tenendo ben saldo tra le mani.
Lo tengo, ci tengo.
E lei?

Sono piuttosto decisa perciò quando lascio al mio Augurey un piccolo pacchetto tra le zampe: gli faccio qualche coccola tra il piumaggio scuro, gli stampo un rapido bacio sul becco e infine lo lascio volar via – mentre le iridi di bosco e di mare tornano a scrutare la mia sala da pranzo, la mia cucina – perse tra echi di una serata non poi troppo lontana.
Non ho più preparato cheesecake da allora.

***


Non distinguo granchè nella bufera emotiva che mi attraversa – sono tranquilla – ma non poi così tanto – penso di aver sbagliato a chiedere ad Alice di vederci perché – se in fondo non volevo più soffocarla con la mia presenza, perché alla fine ho deciso di invitarla? Sono allora incoerente ed ipocrita –
No - scrollo con decisione la testolina dorata e mi ripeto mentalmente con forza le mie motivazioni – sono una persona che ci tiene e che non vuole lasciare andare a puttane - accidenti Adels, frequentare gli adolescenti non fa bene al tuo vocabolario, mh? al vento qualcosa a cui tiene, qualcosa che può ancora definirsi buono.
Se Alice la pensa diversamente ha l’assoluta libertà e possibilità di dirmelo o - beh più semplicemente di non presentarsi, immagino.
Me ne sto qui, nel bel mezzo del parco, poco distante dall’entrata della Pista di Pattinaggio – l’effettiva meta pensata per l’incontro.
Mi è sembrato un pensiero carino, divertente e leggero.
Come decorare insieme la cheesecake Adels cara?
Lo sguardo si rabbuia per un attimo e stringo appena le braccia sotto al seno, mi aggrappo al tessuto leggero del mio vestito azzurro.
Compio ancora qualche passo e mi imbatto in una delle tante panchine che da secoli costellano i parchi di qualsiasi dannato paese dell’intero mondo.
Sono quasi indispettita dal fatto che adesso, a quanto pare persino le panchine ormai gridino – anzi mi sbraitano proprio in faccia - il nome di Alice – motivo per cui mi arrendo alla mia personalissima ed ingestibile mareggiata, sbuffo silenziosa, mi volto e mi appoggio sullo schienale in legno di quella stessa panchina, in attesa.
L’ultima cosa che mi viene da pensare, di razionale, è che se mi da buca.. le do fuoco a questa stupida panchina.
E addio anche alle cheesecake.

…”di razionale”.



:rainbow:
Nel pacchettino Alice trova una Foresta Nera - decorata non con lo stile classico, sopra tra lastre di zucchero cristallizzato e glassa decorativa c'è una piccola rappresentazione della Pista di Ghiaccio.
C'è poi un biglietto di Adeline con scritto solo: "Facciamo la pace?" - e una mappa con cerchiato il punto in cui si trova la Pista - la data e l'ora dell'incontro :hedgehog:
 
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view post Posted on 11/9/2023, 11:51
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È un'estate piuttosto turbolenta la mia, ci sono cose che mi riempiono il cuore, altre che lo spezzano a metà. I pensieri mi arrovellano la mente e sembrano non volermi lasciare in pace per un instante. Lo so che finirò per rigettarli fuori in un modo o nell'altro e anche per questo che ho preso le distanze da cose che mi fanno sentire strana.
La questione Adels è una di quelle che mi lasciano ballonzolare su un filo teso, non so bene come sentirmi in sua presenza, non capisco le sue intenzioni, nè le mie. Per questo motivo l'ho evitata e ho cercato di non ritrovarmi nella stessa stanza per più di cinque minuti. Ho pensato che l'avrebbe superata, che il nostro incontro dopotutto non fosse altro che uno tra i tanti, senza sapere che aveva finito per lasciare un segno per entrambe. Mi vergogno di come ho gestito la situazione, sclerando in un momenro molto difficile per me, con l'ombra di Cas così distante dalla mia. La sua assenza, me ne rendo conto solo ora, ha condizionato il mio modo di pormi nelle relazioni con gli altri. Ora che ci siamo riconciliati, ora che la mia mente è invasa dalla sua essenza mi sembra di riuscire a concentrarmi sul resto senza perdere pezzetti in giro. Come se con quell'abbraccio fosse riuscito a tenermi insieme. L'idea in realtà mi terrorizza, ma è come se non riuscissi a staccarmi da lui. I turbamenti del cuore battono alla mia porta ed io, marinaio inesperto, faccio del mio meglio per non imbarcare acqua e ritrovarmi sul fondo di me stessa, inchiodata al terreno sabbioso.

Quando la torta mi è stata consegnata non ho dovuto nemmeno leggere il biglietto, sapevo che fosse stata Adels a mandarla. Il cuore si è intenerito alla vista, immediatamente seguito dal senso di colpa. Sapevo che qualsiasi fosse stata la sua richiesta avrei finito per accettarla, ma tutto potevo aspettarmi tranne che una pista di ghiaccio in piena estate. Lo stesso ghiaccio che dieci anni prima mi aveva condannato al freddo e alla morte certa, non fosse stato per mio fratello. Mi aveva strappato dalle braccia dell'Ade ed io sprovvista di pagamento adatto a sorpassare la riva mi sono ritrovata debitrice. Un debito che pago tutt'ora, all'ombra dei miei raggi, che più luce producono, più ombra accumulano.

Non sono una codarda
È quello che mi ripeto da due ore mentre fisso la panchina sulla quale la Walker è seduta, con il suo vestitino azzurro, i capelli biondi che le scendono di lato. Ai miei occhi non potrà mai essere un'insegnante, non riesco nemmeno ad immaginare di chiamarla "Miss Walker." Il sole batte caldo e nonostante indossi solo degli shorts ed un top verde, sento il sole battere con forza. Per fortuna ho un cappellino con visiera a schermarmi dai raggi che mi brucicchiano la pelle, le lentiggini d'altro canto, sembrano quintuplicate. Non sono ancora sicura di riuscire a gestire una pattinata sul ghiaccio, ma forse potrebbe essere una buona occasione per scoprirlo. E poi il mio orgoglio mi impedisce di ammettere altrimenti. Mi avvicino lentamente, un leggero venticello sembra regalarmi un attimo di sollievo mentre mi pongo di fronte alla biondina.

La prossima volta mi aspetto Natale alle Hawaii eh.

Sbuffo una risata, sollevando lo sguardo per indicare quanto assurda possa essere stata la sua idea. A dire il vero non mi sorprende nemmeno, non c'è assolutamente niente di questa personcina qui di fronte che possa essere minimamente prevedibile. A parte la sua possibile caduta sul pavimento. Su quella ci scommetto l'intero mese di paghetta. Sono felice di vederla in fondo, anche se avverto una certa tensione. La pista mi guarda in cagnesco e avverto i nervi del corpo stare in allerta.

Mi toccherà imbragarti peggio di un'undicenne, ne sono certa.
 
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view post Posted on 13/9/2023, 21:18
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Io sono una che lotta.
Se ci tengo, lotto per quel qualcosa o quel qualcuno.
Se c’è una accidenti di caratteristica buona che riesco quantomeno a riconoscermi adesso – in relazione principalmente alle sembianze che assumo in qualità di Animagus.. quantomeno è questa.
Io lotto.
E mi ci è voluto un po' comunque – e ancora sto ad ogni modo lottando contro me stessa rispetto a tutto l’accidenti di resto.
Ma poi perché Alice?
Ma perché no invece?
Perché c’è qualcosa in lei – per cui so che ne vale la pena - qualcosa per cui vale la pena lottare, non solo per lei, di per sé, ma persino per lei in sua vece – se mai in questo mondo o in quell’altro smettesse di farlo lei stessa.
D’altrocanto, è assurdo che mi dia tanti scotti per una strega che conosco a malapena.
Non le mentivo quando le spiegavo come, dal mio punto di vista, fossimo ancora così tanto agli inizi – così tanto da poter essere tutto e poter essere niente.
“Ma bisogna darsi il tempo di conoscersi e bla bla bla” – ci credevo allora come ci credo adesso - mentre di fatto, infatti la aspetto, seppur furiosa contro questa stupida, stupida panchina – fondamentalmente mi aggrappo a quella luce – e tepore, e fiamma viva – che ho avvertito in lei quelli che ormai mi appaiono secoli fa, durante il nostro primo incontro.
Posso sbagliarmi?
Merlino santo, se sono sola da una vita – un motivo ci sarà di certo.
Di sbagli ne ho fatti centomila o giù di lì.
Ma fino alla fine – fino a quando non sarà Alice stessa a gridarmelo in faccia – [“a dar fuoco a me, alla mia casa, alla mia intera vita, chissà”] .. io sono una che lotta.
E poi, le mareggiate emotive con me sono proprio di casa.

Bello come discorsetto motivazionale mh.
Peccato che motivazioni o non motivazioni, pensieri profondi o non pensieri profondi – di fatto me ne sto qui, imbronciata con un oggetto inanimato mentre tutto ciò a cui riesco a pensare davvero è che mi dispiacerà non poter più cucinare le cheesecake.
Mi vengono bene, accidenti.
-La prossima volta mi aspetto Natale alle Hawaii eh.-
Inutile dire che sono talmente tanto disancorata dalla realtà circostante e preda delle mie personalissime mareggiate – che la quasi materializzazione di Alice di fronte ai miei occhi la percepisco al pari di una bastonata inaspettata in testa.
Sgrano lo sguardo, palesemente stupita, e all’improvviso mi rendo conto di poter respirare.
Per quanto ero stata in apnea?
Per amor di onestà – non riesco a spiaccicare parola per i primi secondi.
Mi limito ad osservarla con ancora gli occhioni grandi – da chi a malapena ci crede di chi si ritrova di fronte – e a gioire dell’appena ritrovata aria che a quanto pare sono ancora in grado di immettere nei polmoni, quantomeno attualmente.
La Rosso Oro fa una battuta sulle mie dubbie capacità di coordinazione – e ha ben ragione – ma tutto ciò che ottiene è una linguaccia con tanto di smorfietta buffa infantile.
-Posso.. posso benissimo imbragarmi da sola, mh.-
Giusto perché ecco, spararne una così grande come “Posso benissimo cavarmela senza imbragature” – va bene che dalla sottoscritta ci si può aspettare di tutto, ma questo forse è davvero un tantino troppo.
Faccio la finta sostenuta sul discorso “equilibrio precario” anche mentre mi alzo in piedi e – in realtà ancora pensierosa – mi prendo qualche altro secondo per osservarla.
-Sono contenta che tu sia venuta.- aggiungo infine, inclinando appena il capo, meditabonda -In realtà, non ne ero affatto certa.-
Le sorrido mite, incrociando le braccia dietro la schiena.
Nel mentre le faccio un piccolo cenno con il capo, invitandola silenziosamente a camminare per poterci avvicinare alla pista.
-Natale alle Hawaii comunque – tzk – troppo scontato Grifoncella. Ti avrei proposto il Brasile, come minimo.-
Faccio spallucce e sbuffo appena, anche se non riesco a mantenere quella finta aria da seria e scoppio a ridere l’istante successivo.
Prendo un altro silenzioso respiro e torno a scrutarla.
-Come stai Alice?-
Di tutte le cose in sospeso – di tutte le cose di cui potremmo parlare – in fondo.. è comunque questo ciò che mi preme e interessa davvero –

..per adesso.
 
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view post Posted on 20/9/2023, 17:27
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Nel momento in cui mi ritrovo di fronte Adeline il sorriso sbuca sul viso spontaneo, una luce naturale colora le gote arrossate dal sole estivo. Lei con la sua presenza un po' goffa, così infinitamente vitale e genuina, mi mette allegria. È stata la cosa che mi ha legato a quella panchina quella sera. Ne osservo la figura, gli occhi bicromi, la voce che echeggia ancora di salsedine e il suo sguardo sperso, da conchiglia che ancora una volta si ritrova in balìa delle onde. Ci sono state mareggiate della peggior specie, tempeste che hanno attentato a sdradicare le radici piantate nella terra. Ma la sua corazza non ha esitato, si è aggrappata a tutto ciò che poteva e non mi ha permesso andar via. Muschelchen.
C'è qualcosa che mi fa esitare. Un muro fatto di definizioni, di ruoli e cariche che mi sta di troppo. So benissimo quanto sia felice di essere diventata una docente, lo vedo nella passione che la coinvolge, nella cura che mette dietro ogni singolo studente. Personalmente, non riesco a farmelo andar giù. Mi crea disagio. L'ho saputo fin dal singolo momento in cui lo ha pronunciato, nel salotto affollato di candele e piantine, che avrebbe cambiato tutto. Il nostro rapporto, che potrebbe essere ancora tutto o ancora niente, non riesce a rispondere agli impulsi accademici. Non riesco a guardarla seriamente e chiamarla Mrs Walker non riesco ad ignorare la sua presenza all'interno dei corridoi, nè a pianificarle uno scherzo che potrebbe mandarle in fuffa i piani di mezzo semestre.
Ero legata all'idea di qualcuno che non mi conoscesse nella mia interezza, ma solo ciò che volevo mostrargli. L'idea che possa avvicinarsi troppo mi destabilizza. Possa vedere troppo, possa conoscere troppo. Ma perché poi? Cosa la lega a me in fondo se non due calici di vino e un imbarazzante cena finita male? È il trattamento che riserva a tutti gli studenti questo?

Ah. Simpatica, vedo che hai imparato a rispondere a tono. Almeno un pochino.

Punzecchio divertita, l'idea di vederla sgambettare su due pattini mi sembra ghiotta. Potenzialmente da ospedale, ma si spera almeno che possa cavarsela con un paio di arti rotti, le ossa si aggiustano in fretta, questo lo so bene. Ne ho esperienza. Sono altre le parti che richiedono più tempo. Rimango comunque in piedi, seguo la curva che fa la sua testolina. Dall'ultima volta i capelli mi si sono allungati, ora arrivano fino alla schiena.

Nemmeno io, ma dovevo farmi perdonare.

Il cuore inizia a palpitare angosciato. So di dovermi scusare per il mio comportamento per cui rimango qualche secondo senza sapere cosa dire, vedo che Adels si alza per raggiungere la pista e l'idea di dover andare su una fottutissima pista ghiacciata inizia a entrarmi nel cervello. Improvvisamente inizio a pensare a quanto tutto questo si sia rivelato una pessima idea. Eppure continuo a ripetermi la stessa frase da quando ho deciso di presentarmi a quell'appuntamento. Non sono una codarda.
Non so esattamente quale sia il motivo per il quale io debba dimostrare a chiunque, compresi perfetti sconosciuti, il fatto di non aver timore di nulla ma credo che abbia a che fare con l'idea di essere stata sempre una ragazzina piuttosto sfacciata. Non ho mai permesso che mi si dicesse nulla e se qualcuno fosse riuscito a scoprire il mio difetto più grande, ciò che il mio cuore temeva, non avrei più avuto la forza di replicare. Mi avrebbero annientato. E io odiavo perdere. Cerco di non pensare all'idea di star varcando l'uscio di un posto in cui non avrei mai pensato di metter piede e provo a concentrarmi sulla domanda postami poco prima.

Benone. Tutto va a gonfie vele sì.

Mento forse troppo energicamente, ma in fondo come posso rispondere ad una domanda del genere?
E poi quali vele. Quali vele Alice?

La tua torta era buonissima, ne ho mangiata metà da sola. Quindi come intendi rimediare a un mio possibile malessere da zuccheri?

Cerco di ignorare il battito del cuore che rombeggia alle porte del buio. Il freddo è la prima cosa che mi colpisce, il freddo è una sensazione che non dimentico mai. Anche negli incubi è la cosa più vivida di tutte.

Tu come stai? Ti piace il nuovo ruolo? Hai incontrato-- hai conosciuto nuove persone? Nuovi- nuovi noiosi adulti a cui mostrare la tua nuova busta paga? Come?? Non è quello che fanno solitamente gli adulti nel tempo libero??

Schezo. Rido. Faccio battute.
È come se la mia barca stesse affondando e io stessi cercando di tapparvici i buchi con duemila domande alle quali io stessa non riuscirei a rispondere. Perché ho deciso di venire sapendo che sarebbe stata una pessima idea?
 
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view post Posted on 26/9/2023, 13:48
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-Ah. Simpatica, vedo che hai imparato a rispondere a tono. Almeno un pochino.-
Gongolo appena, tutta fiera di me stessa, con un sorrisetto ilare tra le labbra.
In realtà a suon di frequentare adolescenti e drammaticamente giù di lì, ho anche ampliato non poco il mio vocabolario.
Dico un sacco di parolacce adesso.
Oh beh, un ”sacco” rispetto a prima quantomeno.
E poi in effetti, non è che le dico-dico il più delle volte le penso soltanto, ecco.
Ok, a dirla tutta non le penso neanche poi così spesso – però capita ok?!
Scrollo la testolina dorata per dare un nuovo disordine ai miei pensieri – perché immaginare e/o addirittura pretendere di riordinarli sarebbe davvero un po' too much – e la voce di Alice arriva con la stessa leggerezza di una detonazione entro le pareti della mia scatola cranica.
-Non devi farti perdonare. Di nulla.-
Sono talmente seria e decisa nelle mie parole, che quando la guardo ho probabilmente un piccolo cruccio imbronciato tra i lineamenti del viso.
Ma poi Alice risponde alla mia domanda, io distendo volto, pensieri ed animo e semplicemente la ascolto attenta.
La cascata di frizzantina energia e di domande - domande ovunque, da ogni dove – mi colpisce, sommerge e sovrasta.
Prendo un lungo e silenzioso respiro, io, ma forse lo sto facendo per tutte e due.
Inclino appena la testolina dorata e osservo incuriosita la strega accanto a me.
Avete presente quel momento in cui una fiamma, prima di esplodere, si spande, a ondate intermittenti che rilasciando luce e calore – solitamente subito prima di una velocissima chiusura in cui ogni cosa diventa buio e gelo e.. bum.
L’esplosione finale.
-Io.. sto bene.-
Replico quindi con calma, studiando i lineamenti di questa Rosso Oro come se da questo ne dipendesse la mia vita – o la sua – o quella di entrambe?
Sono solo curiosa, o forse - per amor di onestà e senza ancora capirne granché i motivi sottostanti – preoccupata.
-E gli adulti – gli adulti non sono noiosi, ehi!-
Faccio la finta offesa, in realtà sorridendole e sbilanciandomi appena per far sfiorare la mia spalla con la sua prima di tornare ritta al mio posto -Rimedieremo alle calorie.. a suon di culate per terra?-
Ah! visto che le dico, le parolacce.
Ci stiamo avvicinando all’ingresso della pista di pattinaggio ma io sto ancora più o meno metaforicamente navigando a vista nella marea di emozioni e pensieri a cui Alice dà vita e agito – mi muovo tranquilla per quel che mi riguarda, ma al tempo stesso ho questa incredibile attenzione nei suoi confronti – come se ogni mio più piccolo respiro potesse smuoverla e farla esplodere.
Che poi, non pretendo neanche di essere causa ed origine di alcunché nella sua vita, ma al tempo stesso accidenti..
-Ho conosciuto Mary, in effetti.-
Riafferro nell’aria alcune delle parole di Alice, rispondendole con un sorriso tra le labbra.
Un nome conosciuto e a cui so – per altre vie chiaramente – che la Rosso Oro tiene, ho la vivida speranza che le riscaldi un po' il cuore, la quieti appena.
-Mary Grenger. Non ti ha accompagnata al ballo, qualche settimana fa?-
Ricordo le parole di Mary – di come consideri questa Rosso Oro al pari di una sorella – e ricordo anche la mia sincera gioia di poter associare queste due streghe, come se entrambe siano il meglio l’una per l’altra.
-“Siamo molto amiche. È praticamente la mia famiglia.”- le cito testuali le parole dell’Auror, perché sono anche fermamente convinta che ascoltare da terzi parole d’affetto delle persone a cui più siamo legati, sia un’intima gioia non poi così quotidiana.
Nel mentre, siamo arrivate al bancone antistante la pista, e mentre aspetto che la coppia davanti a noi paghi il proprio biglietto, mi giro ancora una volta e le chiedo: -Tu sai pattinare? Ti piace?-
 
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view post Posted on 4/10/2023, 16:45
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Dissento con le parole di Adels. Non è vero che non devo farmi perdonare, so di essere stata ingiusta e so di aver ferito. Solitamente non sono questo tipo di persona, ma il nostro rapporto di per sè mi confonde, inoltre la marea mi ha investito in un momento particolarmente difficile. E io come sempre sono solita affogare. Sto ancora ridefinendo nella mia mente i nostri confini.

Mpf.

Replico un grugno in risposta, tornando a guardarla in viso. I miei occhi chiari la studiano, vanno oltre l'armatura che protegge il guscio. Puntano al rumore delle onde, a ciò che il mare vi ha lasciato impresso, ogni graffio, ogni botta. E quella pausa, anche se breve, sembra negare anche solo in parte l'affermazione successiva.

Per davvero? O lo dici perché è di routine?

Rimango seria per qualche istante, tornando a sorridere quello dopo per il piccolo punzecchiamento riguardante la sua età. Effettivamente quando siamo insieme non mi sembra pesi affatto, anche se dubito per lei sia lo stesso. Soprattutto ora che sono una sua studentessa. Mi fa ancora strano pensarci.

Parla per te, io sono piuttosto agile.

Ecco che ritorna la botta allo stomaco, che stringe fino a riportarmi in quel vortice di oscurità con il quale soffocare la mia fiamma. Non pattino da quasi dieci anni, cosa mi fa pensare che ora sarà diverso? Il mio stupido orgoglio si rifiuta di accettare la sconfitta, ma il cuore, quello trema all'idea.

Mary davvero? Ah. E non sei ancora scappata?

Scoppio a ridere un istante dopo, riesco ad immaginarmi la ex Grifondoro proprio lì al mio fianco, pronta a tirarmi una manata. La sua presenza mi acquieta e riesce a riportarmi alla realtà, come una mano calda che mi stringe e mi guida verso la luce.

Viviamo insieme ora. Lei è la mia famiglia.

Aggiungo spontaneamente come se fosse un'informazione essenziale e imprescindibile. Il mio tono si ammorbisce e colora di uno sfarfallio più dolce e tenue. Ci metto poco però a tornare nel tormento, un'occhiata alla pista, il freddo che colpisce la pelle nell'istante in cui entriamo nel capannone. Ade mi parla ma la sua voce è come confusa tra le onde, annaspo sì, nei miei pensieri.


Alice non capisce perché le è stata vietata la visita al lago. Tutti i suoi amici hanno deciso di andare e vedere chi di loro si sarebbe aggiudicato il magico oggetto, mentre a lei non era permesso. Era un'ingiustizia bella e buona che Alice non aveva accettato. E infatti era sgusciata via di casa, senza che nessuno se ne accorgesse, con i pattini nascosti nello zaino e il cappotto pesante.



Osservo a bordo pista dei ragazzini che schiamazzano, giocano a rubarsi i pattini, si rincorrono, alcuni impediscono agli altri di accedere alla pista. E' il nostro turno lo so, dovrei concentrarmi su Adels, ma non riesco a smettere di fissarli. Immagini già vissute mi scorrono davanti come se effettivamente si sostituissero a quelle reali. Afferro il mio paio di pattini, mi siedo per infilarli, sembro quasi in trance mentre lo faccio. Avverto il battito del cuore accelerare, come incontrollato.

infilò i pattini di corsa, cercando di rassicurare l'amica, mentre il gruppetto di compagni di classe la guardavano senza fiatare. Si sospese dunque sull'acqua ghiacciata, iniziò a pattinare lungo il bordo, era divertente. Aveva imparato a pattinare qualche anno prima insieme ai suoi fratelli, proprio su quel laghetto. Alice si avviò verso il centro, con il cuoricino che le batteva forte per l'emozione,



I pezzetti in corsivo sono presi da QUI
 
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view post Posted on 15/10/2023, 14:34
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-Per davvero? O lo dici perché è di routine?-
Alice mi guarda – ma io perdo per qualche infinito attimo la connessione con la realtà circostante.
Mi spiazza questa domanda – tanto semplice quanto assolutamente.. giusta?
Mi rendo improvvisamente conto di quanto annulli il 95 per cento della mia storia personale quando passo il mio tempo con questa Rosso Oro.
Ogni più piccola parte di me inizia a gravitarle attorno, preoccupandosi più per lei che - beh, per qualsiasi altra cosa al mondo.
Creo così tanto spazio per accoglierla, che io, nella mia complessità, a malapena esisto più.
Trovo la situazione quantomeno curiosa.
Non è proprio il mio modus operandi, questo, solitamente tendo ad essere accogliente e protettiva – sì – ma non ad annullare me stessa - anzi.
Il mio analitico cervellino dorato ipotizza così che ciò possa essere un inaspettato risultato, chiaramente non contenuto, del mio “volerle dare spazio” oltre che cura e attenzione: ho fatto troppo, detto troppo, sono stata semplicemente troppo - dunque mi sono tirata indietro, passo dopo passo.
Sono rimasta – perché io sono una di quelle che rimangono, sino alla fine – ma svuotandomi in ogni modo e maniera possibile, perché così potessi concentrarmi solo e unicamente su Alice – ho tolto quel “troppo” insomma – troppo che quindi sarei io?
Che poi, era davvero questo ciò che desiderava la Rosso Oro? E’ stato questo ciò che mi ha chiesto, più o meno esplicitamente, nel corso dei nostri ultimi incontri e dinamiche di relazione?
La mente dorata corre veloce – e si risponde da sola che beh, non è assolutamente detto, molto più probabilmente è stata la mia più naturale risposta alla sua richiesta – risposta influenzata anche dai miei traumi e vissuti passati in generale – ma di fatto avrebbe anche potuto essere ben altro.
Sia la richiesta, che la risposta in sé.
E ancora: e se invece tornassi a concentrarmi anche su di me, oltre che sulla Grifondoro?
Se riportassi un po' di me in questa relazione?
Dapprima, un leggero brivido mi scuote appena la spina dorsale, a dispetto del calore della giornata, a dispetto del sole cocente di questa giornata estiva.
Poi..
Vengo bombardata da immagini, sensazioni, ricordi di realtà così recenti da farmi tremare ancora il cuore.
Ho incontrato Mary, è vero – ma che genere di incontro è stato?
E poi, appena tre giorni dopo, Camillo.
Camillo.
Mi dico che sto semplicemente metabolizzando il tutto – ed è vero, piano piano, sto mettendo a posto svariati pezzi del puzzle, del mio puzzle – ma ad ogni modo mi sembra davvero tutto.. troppo, in effetti, per Alice.
Anche con tutta la buona volontà.
Mi rendo conto così di aver platealmente saltato quella accidenti di domanda, ma a questo punto non solo sono maggiormente consapevole di questa fetta prima inconscia delle nostre dinamiche relazionali – ma scelgo altrettanto consapevolmente di saltare a piè pari determinati contenuti miei personali – a meno che non mi venga a chiedere qualcosa con estrema precisione ed effettiva e sincera volontà di ascolto senza possibilità di destabilizzazione ed esplosioni di sorta.. In altre parole, lascio a lei la scelta. Sarà pur conscia di ciò che è più o meno in grado di reggere ed elaborare delle realtà altrui, no?
Riafferro in fretta per aria le ultime parole rispetto a Mary: -Sono contenta per entrambe, allora.-
Commento infatti, sorridendole.
Appena qualche secondo dopo ad ogni modo, mi faccio prendere dal classico tran tran delle biglietterie: arriva il nostro turno, pago i biglietti, afferro i pattini –
Alice non ha risposto alla mia ultima domanda, e mentre la osservo di sottecchi incuriosita, ho l’impressione che ci sia più una sorta di pilota automatico a guidarla nei gesti, Alice però – con la sua fiammella vivace nascosta (non poi così tanto forse) nell’animo peperino e da vera Rosso Oro – pare momentaneamente assente.
Un cruccio preoccupato mi attraversa il volto e lì rimane, mentre seduta accanto alla strega cerco in questi brevi attimi il modo più delicato per farla tornare al momento presente – per il quale ho ancora dei dubbi, sarà migliore o peggiore rispetto a quel mondo interno che sembra tanto assorbirla al momento?
-Alice?-
Sussurro quindi, incerta. Mi alzo in piedi davanti a lei e le porgo entrambe le mani, a dispetto di quanto teoricamente sia io quella scoordinata come pochi.
- Ci sei? Andiamo?-

Edited by Adeline Walker - 15/10/2023, 23:47
 
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Ci sono tante cose di Adels che non mi spiego, in primis il perché abbia deciso di affezionarsi a me in questa maniera. Posso presumere dal suo atteggiamento, che sia una persona solita all'accoglienza dell'altro. Eppure il perché io le sia piaciuta fin dal primo istante, mi sfugge. Onestamente l'ho trattata male, parecchio, prendendomi una confidenza che non avevo ancora. Penso di averla piuttosto ferita, ricordo ancora l'espressione del suo viso, deluso, colpito da uno schiaffo invisibile. Credo sia stato uno dei peggiori momenti per me, perché di solito sono sempre quella che sta dall'altra parte degli scleri, quella che si prende i pugni nello stomaco, le porte sbattute in faccia. Essere il malfattore in qualche senso mi ha dato un senso di profonda libertà, ma al tempo stesso di responsabilità enorme. Per questo motivo oggi sono venuta, per il senso di colpa sì che occupa una buona parte di questa decisione, ma anche per la curiosità di scoprire il perché la nuova Prof di Pozioni abbia così tanto interesse nella mia amicizia. Dopotutto, soprattutto ultimamente sono stata così instabile da non riuscire nemmeno a tenermi insieme. Ho fatto affidamento, forse troppo sugli affetti che mi circondano fino a superare dei limiti da me prestabiliti. Limiti che sto tentando di impormi nuovamente, ma che nonostante tutto, non fanno altro che sfuggirmi dalle mani come acqua. Come fuoco nell'acqua buia. Noto che la mia domanda non vede una risposta il che mi fa sollevare un sopracciglio metaforico, solitamente Adels è una che parla della sua vita molto di più di quanto mi aspetti. Il fatto che decida di esserne silenziosa mi ricorda di dover rimanere al mio posto, mi fa ripercorrere i miei passi. E' inutile, la nostra relazione non la capisco.

Quando ci spingiamo all'interno della pista avverto l'ansia picchiettarmi sul corpo, come se avesse deciso di prendere una volontà indipendente. E' davvero dura rimanere concentrata sul momento e non lasciar le immagini del passato sostituire quelle del presente. Mi infilo i pattini con una certa fatica, le mani mi tremano, ho paura di scaturire una reazione che riveli la mia Metamorfomagia. Davanti a tutti? Davanti ad Adels? In questo bilico del nostro rapporto che non so definire, nel peso del senso di colpa che avverto nei suoi confronti. Punto i miei occhi chiari nei suoi, tento di metter su un'espressione normale, cerco l'aria intorno e provo a tranquillizzarmi. Non è la stessa situazione. Non è la stessa situazione.

Ahm. S-sì scusa-scusami. Ci sono.

Mi tiro su e monto sulla pista con un salto agile, allungo una mano verso di lei, nel caso abbia bisogno di un aiuto, non so quanto esperta sia di pattini. Per quanto mi riguarda ritrovo immediatamente la stabilità, come se il mio corpo fosse fatto di ghiaccio. Non mi spingo ancora troppo in là, rimango ferma, cercando di scongiurare il terrore che mi sovrasta. Seguo con lo sguardo i ragazzini che si avviano verso il centro della pista, volteggiano spensierati, urlano, giocano ad acchiapparsi. Avverto un crack improvviso, probabilmente nella mia testa e basta, il mio sguardo si solleva su Adels. Sudo freddo. Non voglio rovinare tutto, non voglio ma la paura, la paura è troppo grande.

Io--- Q-Questa situazione è un po'--- Pensavo di reggerla ma invece...

Balbetto mentre avverto un dolore anche troppo familiare risalirmi sul petto e spezzarmi a due il respiro. Oh cazzo, non ora.Non ora. Perché proprio ora?

Qualcosa però accadde, una crepa nel ghiaccio improvvisa, Alice si arrestò. Stava succedendo di nuovo, stava perdendo il controllo. Non ci aveva pensato, non aveva assolutamente calcolato questa possibilità, ma sapeva che in situazione di agitazione qualcosa di strano finiva sempre per accadere.




I pezzetti in corsivo sono presi da QUI
 
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view post Posted on 19/11/2023, 16:18
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Se dovessi creare un quadro, un dipinto – pensando alle peculiari dinamiche che intercorrono tra me e questa specifica Rosso Oro, intrecciandosi tra loro e legandoci tra noi –
ecco, verrebbe fuori un’immagine molto simile al fuoco - come il fuoco nell’acqua buia.
Il fuoco potrebbe essere Alice, ed io potrei essere l’acqua – due elementi in cui istintivamente ci riconosco -
- ma perché non potrei essere io il fuoco, che mi batto per tenere viva e al caldo questa questa cosa, di preciso? - mentre l’infinito mondo interno di Alice si agita e si batte al medesimo tempo per mille e uno motivi - tutto intorno a me -
- ma perché non potremmo essere entrambe, il fuoco, anche per motivi diversi – mentre il mondo circostante ci abbraccia o ci annega? anche per motivi diversi –
- ma perché non potremmo essere entrambe, l’acqua buia - che tutto sovrasta, e affoga, e avvolge in un seppur cupo, pacifico silenzio (?)

-Ahm. S-sì scusa-scusami. Ci sono.-
Ricambio il suo sguardo – ma ho sempre più difficoltà a riconoscere Alice – come se lei stessa da sola fosse fuoco e acqua insieme, ed in questo momento il suo fuoco stesse tremolando, in vita a fatica, sommerso dalla sua stessa acqua – tonnellate e tonnellate d’acqua.
Dondolo un po' incerta sui miei pattini, persa tra pensieri ingarbugliati che cercano di trovare soluzioni – o quanto meno risposte – a domande neanche poste esplicitamente.
Afferro la mano che mi porge più per assicurarmi che - è Alice, è qui - ma in effetti anche perché la mia stabilità è più che precaria, una volta in pista mi ci vuole qualche secondo per far sì che i piedi più o meno stiano fermi ed io riesca a risollevare le iridi di bosco e di mare dal ghiaccio gelido a..
-Io--- Q-Questa situazione è un po'--- Pensavo di reggerla ma invece...-
-Alice.-
Rispondo di getto, in un sussurro talmente preoccupato da suonare spaventato a sua volta, più in risposta allo sguardo di puro terrore che ho catturato pochi millesimi di secondo fa che alle successive parole.
Se mi dessi il tempo di pensare in realtà, elaborare ciò che provo, concentrarmi semplicemente su me stessa – molto probabilmente mi darei dell’idiota - idiota perché ho insistito troppo – idiota perché l’ho portata sin qui e –
ma è paura, questa, e per quanti insoluti girino tra di noi come mine vaganti, se mi concedessi sul serio il tempo di pensarci su, arriverei in fretta anche alla conclusione che, forse forse.. non si starebbe poi parlando di noi. O no?
Ma – per l’appunto – non mi do il tempo per nulla, se non quello di avvicinarmi in un battito di ciglia alla strega che mi sta di fronte, tanto da abbracciarla, se me lo permetterà, sussurrando ancora - estremamente sicura, convinta per una forza motrice che mi muove da sempre: -Va tutto bene – ehi, va tutto bene.-
Voglio rassicurarla, proteggerla – nemmeno io so da cosa o come - e peggio, rimane comunque la significativa possibilità che io stessa sia una parte del problema visti i nostri trascorsi.
Il senso di colpa all’improvviso mi divora lo stomaco e la gola, chiudendoli in una morsa dolorosa.
-Andiamocene via di qui, ok?-
Trovo comunque il modo di dirle.
Mi rendo conto di aver mentito, dicendo “sono una di quelle che resta – sino a che un’esplicita bastonata in faccia non mi chiede gentilmente di levare le tende”: se c’è una cosa che mi fa allontanare dalla gente più in fretta di una materializzazione.. è la sola idea di stare ferendo qualcuno.
Se in tutta questa paura e gelido terrore di Alice, io ho una qualsivoglia parte.. è la volta definitiva in cui, volente o meno, questa strega riuscirà a liberarsi definitivamente di me.
 
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view post Posted on 30/11/2023, 21:49
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E io annego, annego profondamente nell'acqua buia dei miei ricordi, nella pelle che si ritrae alla bruciatura del fuoco, in quella crepa che ho tentato di rattoppare con mille mila scuse senza mai riuscire a ricucirla del tutto. Annuisco alle sue parole, ma non so nemmeno bene come.
E' colpa mia. E' tutta colpa mia. Ho rovinato tutto.
Me lo ripeto come una specie di frase ossessiva, anzi più che ripeterlo mi appare nella mente, come un disco rotto, mentre il mio intero corpo è scosso da tremolii. Non so onestamente come faccia a sfilarmi i pattini, forse è il dolore al petto che sento crescere con maggiore intensità e il fatto di sapere cosa si cela dietro questo. La paura, il sentimento più forte di tutti, quello che ha svelato la mia Metamorfomagia. Forse è il non voler rivelare all'intera arena quanto io sia mostruosa o forse è solo perché il fatto che Adels possa conoscermi così a fondo da mandarmi in tilt. Questa donna. Un giorno qualsiasi è apparsa su una panchina, come una locomotiva poco oliata, tanto da fare sbuffi ovunque. Non c'era da fidarsi mi sono ripetuta più di una volta, eppure quell'ammasso di ferraglia mi ha accompagnato fino alla stazione di arrivo. Non si è mai lamentata nemmeno una volta di tutti i miei tentativi di sabotaggio, ha incassato ogni colpo, sfregando la sua stessa carrozzeria pur di lasciarmi fare il mio viaggio. E ora? Ora, maledizione, sono sicura pensi sia colpa sua. Lo vedo nel suo sguardo preoccupato, nella paura che ha di formare le parole, nel tremore delle sillabe arricciate. Cazzo. Perché deve essere sempre tutto così complicato? Perché? La guardo per un istante, ho le lacrime agli occhi che combattono per uscire, ma le tengo ferme al limitar dell'uscio.

Mi dispiace. Non è colpa tua.
S-Sono io.


Sussurro con il respiro mozzato in due. Voglio che lo sappia, vorrei poterla confortare, farle capire che il problema sono io. Sono sempre e solo io. Vorrei poter far da scudo a tutti coloro che contano su di me, vorrei supportarli e non lamentarmi mai di niente, vorrei non avere mai paura. Vorrei, cazzo, vorrei non aver iniziato a tenerci così tanto. Vorrei essere una sconosciuta seduta su una panchina a bere da una bottiglia un vino scadente. Al tempo stesso vorrei confortare il bosco di quegli occhi e il mare in tempesta che penso di aver mosso con le mie stupide azioni. Ma non posso, non posso fare niente, sono bloccata sono circondata dai miei stessi pensieri. Mi hanno presa in ostaggio e trascinata nella cavità di buio più profonda possibile, mi distruggono pezzetto per pezzetto, nutrendosi del fuoco che mi scorre nel petto.
Il dolore sta volta sembra davvero spezzarmi a metà il respiro, rotolo giù poggiandomi a terra in un incavo della pista, protetta dalla scalinata al mio fianco. Mi rannicchio su me stessa cercando di calmare l'attacco di panico in atto, una cosa che non pensavo minimamente sarebbe potuta succedere, sono protetta alla vista del pubblico almeno.
Io e la mia sventatezza, io e il mio maledetto orgoglio. Vorrei restare presente, ma ora sono altrove, ora sono in quel lago ghiacciato, lotto per la mia vita, urlo internamente, mi dispero. Ma non c'è nessuno che mi sente. Ci sono i miei demoni che ammiccano nell'ombra, mi coprono la bocca.

Hans, dove sei. Hans vieni a salvarmi, ti prego. Tirami fuori da qui.

La pelle si raggrinzisce come se fossi invecchiata improvvisamente o come se in effetti, fossi rimasta in acqua il più allungo possibile, mentre i capelli, quelli si trasformano nel bianco del ghiaccio, nelle ciocche permanenti che ogni tanto mi si intravedono sul corpo o nella chioma rossiccia. Ora è come se l'intera capigliatura assumesse quel colore, mentre il dolore mi strazia dall'interno e dall'esterno. Non posso fare assolutamente niente se non sperare di vedere la luce.

Il freddo avvolse il suo corpicino minuto, il buio accecó i suoi occhi chiari, le mani tese verso l'alto come a cercar di voler risalire. Era tutta colpa sua. Era stata lei a mettere in pericolo Lily lasciandola da sola con Jonas, era stata lei a disubbidire ai suoi genitori, era stata lei a rompere il ghiaccio. E tutto per cosa? Perché non ci aveva pensato. Perché non aveva preso in considerazione nessuna precauzione, perché aveva agito con la solita spensieratezza. La poca aria rimasta iniziò a voler via sotto forma di bollicine, il corpo bruciava di freddo. La paura, la disperazione si unirono alle forze stanche di lottare contro un mostro insormontabile, la distesa d'acqua ghiacciata. Alice avrebbe dato qualsiasi cosa per una goccia d'ossigeno. Il ghiaccio sembrava averle bloccato qualsiasi tipo di movimento. Alice non sapeva nuotare molto bene, non aveva mai imparato decentemente, si era ripromessa di chiedere lezioni ai suoi fratelli ma ora era troppo tardi. Il corpo sembrava voler sprofondare, i vestiti pesanti non le permettevano di spostarsi nemmeno di pochi centimetri. Era buio e freddo e tutti i suoi sforzi sembravano inutili. La mente prese ad offuscarsi, come attratta da quel richiamo gelido, assonnato

 
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view post Posted on 3/12/2023, 16:04
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-Mi dispiace. Non è colpa tua.
S-Sono io.-


Non so se crederle.
Certo, non mi riconosco tanta importanza nella sua vita da scatenare in lei questo genere di terrore (?) ma al tempo stesso non sono tanto ipocrita da credere di non averne alcuna, o meglio.. sono cosciente del fatto, che per quanto impegno possa aver messo nel cercare di salvare questo - questo cosa? noi? indefinibile, questo e basta – non ho raggiunto poi chissà quali risultati.
.. Anzi.
Ho presumibilmente peggiorato persino le cose.
Forse dovrei davvero darci un taglio.
E’ questo che ottengo quando tengo a qualcuno – quando gli rimango accanto – quando ci provo e mi impegno – quando esisto e qualcuno, semplicemente, esiste vicino a me(?)

Mi viene quasi da piangere.
Rabbia rovente contro me stessa mi brucia implacabile entro il seno e dolorosi sensi di colpa mi stringono la gola e mi pizzicano gli occhi.
Così torna a galla tutto: dai gelidi gorghi bui che minacciano quasi quotidianamente il mio muscolo cardiaco – sebbene io mi ostini a ignorarli, celarli, sopprimerli quotidianamente – riaffiorano consapevolezze ed emozioni della mia intera storia di vita – riaffiorano vuoti, mancanze – riaffiorano certezze e prove su prove, su prove, su prove che supportano queste certezze.
Ingollo tutto con ira feroce, non è comunque questo il tempo, il luogo, la persona.
Alice ha bisogno di me - no, ha bisogno di aiuto, non di me.
Ma al momento, purtroppo per lei, mi viene quasi da pensare con acre furia ci sono solo io.
Mi tolgo i pattini di volata, come un automa, mentre i miei timpani vibrano unicamente in risposta al respiro mozzato di Alice, io stessa, io e tutto ciò che mi rende Adeline Walker incluso il mio passato – il mio presente – e il futuro nostro? - che si fa nebbia fitta rispondiamo solo ed unicamente ad Alice, in questi secondi che appaiono vite intere.
Lei si rannicchia in un angolo semi nascosto ed io mi accuccio accanto a lei, riuscendo solo a ripeterle in loop, quasi disperata: -Alice sono qui – Alice, andrà tutto bene – respira – Alice sono qui.-
Alice – sono qui.
Come se questo potesse davvero aiutarla.

Le ciocche rosse divengono candide come la neve, di un ghiaccio di un freddo che stride con il calore del fuoco che normalmente portano con sé.
Anche la pelle muta: ed io la osservo, in tilt – in tilt ma solo per una frazione d’attimo.
Inizialmente mi stupisce il fatto che riesca a mutare le proprie sembianze e lineamenti, certo, ma non mi interessano poi quali sembianze assuma - io la cui rabbia più nera mi trasforma in un feroce e solitario predatore – quale ipocrisia sarebbe mai –
motivo per cui mi limito a pochi ma decisi gesti.
Le afferro con forza i polsi, incurante di cosa voglia o non voglia in questo momento questa Rosso Oro, piantandole lo sguardo di bosco e di mare addosso: -Alice, ora devi respirare con me, hai capito? Respira con me.-
Forse, in questa imposizione, traspare quella rabbia contro me stessa che ancora mi brucia e divora il costato – ma solo in termini di pura decisione e fermezza nella voce.
Voglio costringerla a guardarmi, voglio costringerla quantomeno a cercare di seguire il mio respiro, che si fa ritmico e regolare, con ampie inspirazioni ed espirazioni.
Mi muovo appena, sedendomi accanto a lei, liberandole i polsi solo per passarle un braccio attorno alle spalle e stringerla, stringerla a me come se da questo dipendesse la vita di entrambe – e continuando a respirare forse, per entrambe.
-Alice.-
Con la mano libera dall’abbraccio, le sposto una ciocca bianca come il ghiaccio dietro l’orecchio, e nell’urgenza di farla tornare qui, farla tornare da me, in salvo, ancora non mi concedo domande su come, cosa, perché -Alice sei qui – sei in salvo.-
Mi sporgo solo per stamparle un bacio leggero tra i capelli, riconoscendo il leggero profumo di lavanda che questa ragazza porta sempre con sé.
-Respira – che adesso ti porto via da qua.-
 
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view post Posted on 28/12/2023, 19:40
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Mi sembra di sprofondare. Non respiro, ho un dolore che mi lacera da dentro. Il mio intero corpo ha deciso di andare in black out e smettere di rispondere ai miei impulsi, non so esattamente come io abbia fatto a trovare un posto dove ripararmi, ma in quel caso l'istinto di sopravvivenza deve averci messo del suo. Tremo dalla testa ai piedi, come in preda ad un attacco di panico. Le emozioni controllano tutto ciò che accade, la Metamorfomagia ha preso il sopravvento, di questo me ne sono pseudo resa conto pur senza davvero realizzarlo. È come se il dolore emotivo fosse troppo forte per star dietro a quello fisico e quindi tutto si perdesse in quel bicchiere d'acqua in cui mi pare di annegare. Non so più come si funzioni. In questo momento sono bloccata in questa scena, al di sotto di un lagetto congelato e cerco con disperazione di nuotare al di fuori di esso, con i vestiti e i pattini che mi tirano a fondo. È un freddo terribile là sotto ed è una fatica immensa riuscire a combattere contro la pressione che mi tira sempre più a fondo. Sento la speranza spezzarsi in due, crollare in mille pezzi e perdersi in quel marasma di paure e ricordi. Non posso farcela da sola. Non posso rimettermi in piedi. È la fine? Ma stavolta non sono sola. Una voce, una presenza repentina si catapulta al mio fianco, una nota dolce che va a distruggere il buio di cui mi sono circondata. Hans? Sollevo il capo come in trance, il viso distorto dal terrore, le lacrime che lo bagnano senza che io possa porvi alcun controllo. La guardo ma non riesco a vederla, come se lo sguardo passasse attraverso un muro. Come se io stessa fossi fatta di una sostanza inconsistente.

Hans?

Ripeto con un sussurro incerto, la gola piena di tremore. Improvvisamente sobbalzo, avverto le mani di Adels stringersi alle mie ed è la cosa che maggiormente mi risveglia, il contatto fisico. Come se avesse rotto l'incantesimo incorporeo di cui mi sono circondata. Mi sembra ora effettivamente di vederla e di rendermi conto dell'intera situazione. Non sono conscia degli effetti sviluppati sul mio corpo ma sono certa, dal dolore che sento sul petto, di aver sicuramente manifestato della Metamorfomagia. In qualche modo. In ogni caso ubbidisco al suo ordine, inizio a respirare con la regolarità impostami, seguendo lo alzare e abbassarsi delle sue spalle. Annuisco alle sue parole, qualcosa di caldo di lucente sta cercando di tirarmi fuori, riconosco ora il fatto che non siano le braccia di mio fratello, ma quelle di qualcun altro. Le sue parole mi rimbombano nella mente, riecheggiando nelle pareti strette. Sei in salvo. Mi specchio negli occhi bicromi per qualche istante.
Nel frattempo il mondo intorno a me cambia, la pista sparisce e il chiacchiericcio dei ragazzini si fa sempre più lontano finché non ci ritroviamo nel salotto di casa di Adeline. La prima cosa a colpirmi è l'odore delle candele, le piantine sparse ogni dove e un silenzio confortante che mi avvolge come una coperta. Continuo a fissarla per un tempo che non saprei dire prima di rendermi conto di aver perso per davvero il controllo. Ma di brutto. Cosa stracazzo è successo. Mi sembra ora come se qualcuno mi avesse gettato una secchiata d'acqua in faccia e io stessi realizzando solo ora cosa è davvero successo. Quando la razionalità riprende a fluire dentro di me, le guance mi si arrossano per l'imbarazzo, mi scosto con impazienza le lacrime dal viso, anche se ormai sarebbe inutile fingere che non sia successo nulla. La voce è roca e mi esce a fatica.

M-mi dispiace. Io non so cosa.. o meglio lo so ma non pensavo fosse così--

Farnetico una frase dietro l'altra senza riuscire a finirne una. Mi sembra di non riuscire a proseguire senza sentire il disagio occupare l'intero spazio. Cosa penserà di me ora? Ora che sono crollata ai suoi piedi come una statua di porcellana? Come faccio a fingere che sia tutto normale? Sono ancora arrotolata su me stessa e i miei capelli hanno ancora sfumature bianche. Come se la neve vi si fosse posata sopra. Le mie iridi chiare sembrano volerli imitare. Il dolore al petto rimbalza in sottofondo ma per assurdo c'è altro che mi preme da spiegare. La delusione dei suoi occhi è come un flash che mi abbaglia, devo cercare di spiegarle che non è stata colpa sua. È solo che mi riesce difficile articolare le frasi.

Da bambina sono quasi annegata in un lago ghiacciato. Non è una cosa di cui parlo spesso. Mi dispiace, non volevo rovinare la nostra uscita, pensavo di averlo superato.

In realtà sapevo di non averlo fatto, ma la sventatezza è ciò che più mi contraddistingue, buttarmi a capofitto dentro qualcosa senza nemmeno valutare per un secondo le conseguenze. Vivere la vita al massimo, sempre. Ma ora? Ora cosa ne sarà del nostro rapporto? Di qualsiasi cosa si sia creata tra di noi? Mi sento come se Adels avesse assistito ad una parte della mia vita che non ho mai confidato a nessuno. E non ha esitato a starmi vicino, nemmeno per un fottutissimo istante. Perché? Cos'è che la lega a me? Le emozioni ancora viaggiano su un filo teso e arzigogolato. Il calore che lei emana su di me mi sballotta e confonde.
 
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view post Posted on 13/1/2024, 22:25
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E’ ustionante, acida furia – e tristezza – e senso di insufficienza e colpa – a muovermi, adesso.
Trascino con me Alice nella smaterializzazione che ci porta lontano –
non è vero, in realtà, ci riporta esattamente al nostro punto di partenza.
Io ferita, dalle mie stesse lampanti colpe, lei sofferente.
Appena ogni stupida mia molecola torna al proprio posto entro queste stupide quattro pareti, Alice non la guardo neanche più.
A dispetto dell’inferno in nere fiamme che mi brucia entro il costato, mi muovo comunque silenziosa e lieve: le prendo un’enorme coperta che profuma piano di fiori bianchi e gliela porgo, pur non incrociando mai il suo sguardo, vado oltre la piccola isola della cucina e con gesti automatici metto su un tè.
-M-mi dispiace. Io non so cosa.. o meglio lo so ma non pensavo fosse così-
Le sto dando la schiena, ma il viso si gira appena quando mi parla.
O meglio, quando specifica anche che sapeva.
Torno a fissare il bollitore ricolmo d’acqua sul fuoco, come se tutta la calda rabbia che mi imperversa dentro, potessi riversala lì dentro e far scaldare il tutto prima.
Che pensiero stupido.
Anche questo.
-Da bambina sono quasi annegata in un lago ghiacciato. Non è una cosa di cui parlo spesso. Mi dispiace, non volevo rovinare la nostra uscita, pensavo di averlo superato.-
Sto tamburellando leggera quanto nervosa le dita sul bancone quando parla ancora.
Io mi giro e la guardo, finalmente: la osservo, la studio, una parte di me metodica – una così ancora sinceramente preoccupata per questa strega, a tal punto da sfiorare il terrore – una così dannatamente furiosa.
Non riesco a spiaccicare parola, sento solo un morso stretto alla gola che la fa bruciare come non mai – lascio solo scivolare, muta, lo sguardo bicromo sui lineamenti di questa Rosso Oro:
è così terribilmente piccola – e tenera – e bella sotto mille e uno aspetti, a dispetto di tutto ciò a cui potrebbe pensare, persino adesso – rannicchiata su di sé, un po' persa e dispersa, pare impaurita, triste - con queste ciocche di un gelido bianco che le costellano il capo.
Non avrei dovuto invitarla.
L’imperativo rimbalza nella mia scatola cranica, ferendomi però il muscolo cardiaco.
Avrebbe dovuto dirmi – COSA – avrebbe dovuto dirmi COSA, io che non sono niente per lei, e mi ostino da mesi a FARE CHE COSA CON LEI – PERCHE’ – HA SEMPRE E SOLO AVUTO RAGIONE AD INCOLPARMI DI TUTTO – DEL MIO ESSERE TROPPO E PER OTTENERE –
COSA-

QUESTO?

ANCORA?

Mi costringo a non piangere, solo perché – anche questo – sarebbe l’ennesimo troppo, di me, con lei.
Sento ormai l’acqua bollire dietro la mia schiena, mi volto di nuovo e preparo una tazza sola.
Quando è pronta, con il tè infuso le cui volute di profumo iniziano a disperdersi nell’aria – torno dalla Grifondoro e gliela porgo: -Dispiace a me, Alice.-
-Mi dispiace averti trascinata sino a qui -
e non intendo fisicamente, in questa casa, o alla pista – ma in questa stupida, insensata – ancora - cosa?!
Non siamo amiche pare, a dispetto di tutti i miei sforzi – anzi, sforzi che sono stati poi probabilmente l’origine di tutto questo gran casino.
Non siamo niente - niente di più di una docente e di un’allieva – con in mezzo tre incontri, di cui uno casuale, e gli altri due...
Sarò pur io l’insegnante – ma la lezione in questo caso sono io ad impararla – le sue note dolenti mi stanno scavando il petto dall’interno, come un marchio a fuoco.
-Non avrei dovuto - sin dal principio - chiaramente ti avrei evitata – dio e per ben la seconda volta di fila, si vince per caso un premio? - E non posso prendermela con nessuno se non con me, Alice – avanti, questo lo puoi capire benissimo - io non - non lo sapevo – ma perché avrei dovuto saperlo d’altronde?-
Indietreggio di un paio di passi e torno a fissare il vuoto al mio fianco.
-Non avrei dovuto e basta.
Ti avrei evitato tutto questo e ben altro.-



-Io.. starò da un’altra parte, per un po'. Dormirò lì.
Tu rimani pure, se vuoi e quanto vuoi, riprenditi – per favore, prenditi solo.. cura di te.-

Adesso mi pare troppo persino questo, chiedere il minimo sindacale per lei – e [mi pare troppo persino questo] semplicemente esistere in casa mia, accanto a lei.
Dio, sono tornata la bambina che ha il terrore di esistere vicino a qualcuno perché chi le sta accanto alla fine o muore, o la lascia, o la disprezza e la odia - in ogni caso, chi mi le sta accanto alla fine dei conti soffre - io lei in fondo, non sono era la portatrice sana del male?
Questa alla fine, ne è solo l'ennesima riprova.
Stupida ed egoista io ad averci provato.
"Sono tornata" - o non ho mai smesso di esserlo.
Mi smaterializzo l’istante successivo, perché già sto piangendo, alla fine.
Nel dubbio, starò da Camillo sino all’inizio della scuola.
 
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12 replies since 10/9/2023, 17:10   399 views
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