| Il Gufo Espresso tornava direttamente da Hogwarts dove aveva appena effettuato la sua consegna. Certo, il termine “appena” era relativo e si riferiva a un avvenimento ormai di alcune ore prima – per quanto cercasse di volare rapidamente, le distanze rimanevano sempre le stesse -, ma era giusto per fornire un’idea temporale. Così, sbatteva le ali, nei plumbei cieli inglesi, gonfi di pioggia che giornalmente cadeva a terra, ad impregnare la vegetazione e il cemento, come se qualcuno tra le nuvole non sapesse porre un freno alla propria, immensa tristezza. Dietro di lui aveva lasciato la fiera Scozia – nelle orecchie ancora il rumore del mare del Nord in tempesta, con i flutti che si infrangevano sulla scogliera di Hogwarts, misto al lamento lugubre della Foresta Proibita. Davvero, faticava a capire perché gli umani – certi umani, Babbani per lo più – considerassero gli uccelli della sua specie come creature spaventose e portatrici di funeste notizie, per non dire esseri immondi, degni solo delle tenebre. Solo perché, per sua natura, amava uscire di notte, perché la Luna gli era più gradita del Sole? Perché il suo verso non era gioioso come quello di altri uccelli, alle orecchie superficiali e poco allenate degli uomini? Insomma, tutto ciò non significava necessariamente che si trovasse a suo agio a sorvolare un luogo buio, cupo e denso di misteriose creature letali, molte delle quali non avrebbero esitato due volte prima di usarlo come spuntino di mezzanotte. Per questo non osava mai appollaiarsi su uno dei rami degli alberi della Foresta, preferendo resistere qualche metro in più verso arbusti più sicuri e pacifici. Allo stesso modo evitava accuratamente il Platano picchiatore. Aveva già avuto un incontro ravvicinato con la pianta, da giovane, e non voleva assolutamente ripetere. No, alla sua età non era consigliabile. Il cielo all’orizzonte cominciava a scurirsi, indice della lunghezza del suo viaggio, ma ciò non lo preoccupava. Sebbene si fosse abituato con gli anni a volare di giorno, al pari di tutti gli altri gufi postini o dei gufi che fedelmente portavano la posta del loro padrone, rimaneva comunque un uccello della notte, la cui vista migliorava di colpo non appena le tenebre coprivano la Terra. Una striscia aranciata segnava il confine col cielo. Il Galles era la meta del Gufo, più precisamente la bella Cardiff, città vivace di una terra dotata anch’essa di una ricca e orgogliosa storia. Non al pari della Scozia, il Galles era lo stesso fiero della propria individualità. Non fu troppo difficile trovare il posto, una grande villa dotata di una vasta piscina, ottima per rinfrescare le piume nelle afose giornate estive, quando il Sole batteva sulla testa e il bello desiderava solo un po’ d’acqua. Il Gufo volò con grazia fino all’uscio principale, lasciando cadere l’articolo proprio di fronte alla porta chiusa. Non c’era vento, perciò non sarebbe volato via.
Qual è il compito di un giornalista? Portare alla conoscenza di tutti la verità, per quanto questa possa risultare assurda ed è quello che tenterò di fare con questo articolo. Quando sono entrata nell’ufficio di Miss Dalton non sapevo a cosa sarei andata incontro, mi aspettavo una delle solite noiose interviste, in realtà ciò che aveva da dire era a dir poco fuori dal comune, le ho creduto? Sì le ho creduto, voi dovrete basarvi solo sulle mie parole, ma posso assicurarvi che, durante il colloquio, nulla mi ha dato modo di pensare che ciò che mi stesse raccontando fosse solo una storia inventata, inoltre, sue testuali parole “Cosa mi aspetto? Che esca finalmente la verità, che possa tornare a parlare con la gente senza dover ogni santa volta fare attenzione a ciò che dico”, per ora vi sembrerà strano, ma proseguendo con l’articolo avrete modo di capire. Iniziamo dunque con ciò che già tutti sanno, giusto per capire di chi stiamo parlando, Caroline Dalton, ex docente ed ex preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dunque non proprio l’ultima arrivata sulla piazza, eppure dopo aver lasciato la scuola di lei si perdono le tracce, probabilmente tra le poche persone a sapere qualcosa di lei troviamo proprio l’attuale preside Bennet ed il nostro Ministro della Magia Pompadour, amiche, oltre che colleghe, con le quali afferma di aver sempre avuto buoni rapporti “I miei rapporti con Persefone sono sempre stati buoni [..] Adesso non abbiamo molte occasioni di vederci o sentirci, ma per me resta sempre una persona cui sono affezionata e così Camille”. La vediamo ricomparire solo ora alla guida della Gazzetta del Profeta, dove affianca Vincent Hawkins, anche se da un momento all’altro potrebbe lasciarci per dedicarsi al sogno che aveva fin da ragazza “Il lavoro alla Gazzetta è un lavoro temporaneo. L'ho accettato per aiutare un amico e perchè ero disoccupata, ma se dovessi riuscire ad entrare al San Mungo, lascerei questo lavoro. Non credo siano conciliabili”. Dunque ecco cosa ne sarà di Caroline Dalton, tra non molto potremmo vederla girare nei corridoi del San Mungo e, i più sfortunati e mal ridotti, potrebbero doversi servire delle sue cure. Già in un precedente incontro con la Dalton ebbi modo di scoprire la sua propensione per la medimagia ed ho potuto notare la passione con la quale parla di ciò che vorrebbe fare, se uniamo questo alla sua affermazione di essersi concentrata sullo studio per poter entrare a far parte dello staff del San Mungo, direi che possiamo stare tranquilli, saremo in ottime mani “Ultimamente dedico la maggior parte del mio tempo allo studio. Spero, il prima possibile, di riuscire ad ottenere un colloquio e a dimostrare che sono in grado di fare questo mestiere. Nonostante non abbia seguito un percorso di studi molto ortodosso.” Ma queste sono cose di dominio pubblico o che presto lo diventeranno, la mia curiosità invece si è concentrata particolarmente sui periodi bui di Caroline Dalton, la sua scomparsa ed il suo percorso di studi poco ortodosso. A prima vista le due cose potrebbero sembrare del tutto scollegate, anche perchè riguardano una l’età giovanile e l’altra l’età adulta, eppure le apparenze ingannano e per la direttrice della Gazzetta giovinezza e maturità si ritrovano ad essere intrecciate. Per ciò che riguarda la sua carriera scolastica qualche notizia era già trapelata in un precedente articolo sempre pubblicato dalla Gazzetta, ma per i più smemorati, giovani o semplicemente svogliati che non siano a conoscenza dei fatti farò un rapido riassunto, così da poterci poi concentrare sulla sua scomparsa. “Gli studi non li ho finiti” rivelazione shock, almeno per la sottoscritta, che dall’ex preside si aspettava un percorso scolastico impeccabile, veniamo così a conoscenza del fatto che miss Dalton ha dovuto abbandonare il tradizionale iter scolastico, non per sua scelta, ovviamente, ma lascio alle sue parole spiegarvi il perchè “Al mio terzo anno ad Hogwarts volli aprire un libro della biblioteca, quella accessibile a tutti, con una formula inventata su due piedi e mi trovai catapultata in quello che poi scoprii essere il sogno di mia nipote, una nipote che non sapevo di avere, che all’epoca aveva appena un anno e che a me era apparsa, invece, come una bambina di dieci. Lei mi rivelò di essere la figlia di mia sorella, una sorella della quale, fino a quel momento, non avevo mai neanche sospettato l’esistenza e mi fece passare, per magia, dai tredici ai ventitre anni.” Sconcertante vero? La mia prima reazione fu di incredulità, ma questa storia è così assurda da non poter essere che vera, mi sembra dunque ovvio che a quel punto non potesse più frequentare Hogwarts, presa evidentemente dal panico si rivolse a quella che all’epoca era la vicepreside, Milla Moonlight, ed esponendole i fatti le due scoprirono di essere sorelle “Fu per questo che, nonostante non avessi avuto la possibilità di completare gli studi, Milla mi chiese di restare ad Hogwarts come docente. Ed io accettai, impegnandomi a colmare quanto prima tutte le mie lacune. Sai, eravamo state separate per tredici anni e nessuna di noi due voleva perdere l’altra.” ecco dunque spiegato come una ragazza, una donna che non avesse terminato gli studi sia entrata nel corpo docenti, il resto, ovviamente si presume sia farina del suo sacco, possono persistere dei dubbi sulle sue competenze, ma non mi pare di aver trovato testimonianze di lamentele sul lavoro da lei svolto, quindi se ne può dedurre che le lacune le abbia colmate nel migliore dei modi, arrivando anche a ricoprire la carica di preside. E’ a questo punto che la storia si fa nuovamente interessante, facendo un rapido conto mi sono ritrovata a constatare che gli anni che dimostra non corrispondono a quelli che dovrebbe avere, ne prima, ne dopo la magia della nipote ed è così che ho scoperto le ragioni che l’hanno portata ad abbandonare la scuola proprio nel momento più critico, la battaglia che ha distrutto Hogwarts. Cosa vi aspettereste da una preside in un momento di necessità critico come quello? Che sia in grado di compiere le scelte giuste, di prendere le decisioni importanti così su due piedi, invece tutta la comunità magica sarà rimasta scioccata quando Caroline Dalton ha mollato tutto passando la patata bollente alla Bennet, bene, questa è stata invece l’unica scelta sensata che si potesse fare. “Anche in questo caso, si è trattato di una specie di sogno ad occhi aperti. Mi trovavo nel mio ufficio, intenta a farmi gli affari miei e ad un certo punto tutto intorno a me è cambiato. Si è come creato il vuoto ed è rimasta soltanto una lunghissima scalinata bianca di cui era impossibile vedere la fine. Anche in quel caso, incontrai una ragazzina, una specie di… proiezione di me stessa a tredici anni o qualcosa del genere. Mi fece incontrare una persona, il nemico che ha in seguito attaccato il Mondo Magico uccidendo tutte quelle persone presentandomelo come un dio. Questo essere, una volta che mi trovai dinnanzi a lui, mi rivelò, come se non l’avessi già saputo, che la magia che avevo subito quattro anni prima era una cosa contro natura e che lui avrebbe potuto rimettere le cose a posto. In cambio, io dovevo soltanto evacuare la scuola.” Come avreste reagito se vi foste ritrovati una preside diciassettenne che ordinava l’evacuazione della scuola asserendo che un tizio di cui non sapeva nulla le era apparso in sogno riportandola ad essere una ragazzina e dicendo che avrebbe attaccato la scuola? Io personalmente non le avrei creduto, le avrei dato della pazza, altri magari sarebbero entrati nel panico e a quel punto? A quel punto forse i danni sarebbero stati maggiori. E’ vero che se tutti avessero creduto alle sue parole, se nessuno fosse entrato nel panico, se ogni cosa fosse stata perfetta, magari l’evacuazione sarebbe riuscita senza morti, ma quante possibilità c’erano? Ve la sareste sentita di correre il rischio o avreste preferito che gli studenti avessero come punto di riferimento in quella situazione una persona adulta della quale riconoscevano l’autorità invece che una loro coetanea? Ecco quindi spiegato perchè Caroline Dalton si è messa in disparte, non per codardia o menefreghismo, ma nella speranza di fare la cosa giusta. E’ vero, ciò che è accaduto è una tragedia, di questo ne siamo tutti consapevoli, ma se siamo alla ricerca di un colpevole, l’unico con cui prendersela è il tizio pieno di se che per vantarsi della sua forza ha addirittura avvisato dell’attacco e non chi ha cercato di evitare la catastrofe anche a costo di scomparire e passare per vigliacca. “Non so perchè quell'essere abbia voluto avvisarci dell'attacco, l'unica spiegazione che posso azzardare è che si credesse così superiore da poterci concedere un vantaggio. Le classiche manie di grandezza che portano sempre alla sconfitta. E lui non farà eccezione, questo te lo prometto. Vendicheremo tutti i ragazzi che hanno perso la vita.” Vi sembrano forse le parole di chi vuole scappare? Direi di no. A questo punto credo i fatti siano stati esposti, lascio comunque a voi la libertà di credere o meno alle parole di miss Dalton, come lascio a voi ogni giudizio sul suo operato, come ho detto il giornalista porta a galla la verità, dunque il mio compito è finito. Solo un’ultima cosa, so che non si chiede l’età alle signore, ma non ho resistito, non sono mai stata brava con i numeri, ma proprio non riuscivo a far quadrare i conti “Da un po’ di tempo a questa parte, ho ricominciato a crescere, a ritmo di circa un anno al mese o poco meno. Attualmente ho intorno ai ventiquattro, venticinque anni non saprei dirtelo con esattezza neanche io. In ogni caso dovrei, teoricamente averne ventotto.” che miss Dalton non me ne voglia per questo, ma ora che può tornare a camminare per strada a testa alta almeno spieghiamo come mai da un giorno all’altro si possano notare degli evidenti cambiamenti di età.
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