È il 31 Agosto dello scorso anno, giorno di fine stagione e preludio di inizio scolastico. Il cielo è azzurro terso, non ha cenni di nuvole, e il sole è ridente in un pomeriggio di vacanze. Il Villaggio di Hogsmeade è gremito – viandanti, visitatori, clienti abituali, hanno tutti il passo pacato di un tempo che non ha tempo. Non c'è fretta, è ancora festa: il lavoro attende, le lezioni pure, mentre i negozietti più vivaci accolgono un sogno di estate. Dal profumo zuccherino di Mielandia alle girandole colorate di Zonko, dalle piume tirate a lucido di Scrivenshaft ai tessuti di taffetà pastello di Stratchy&Sons. La piazzetta che si schiude tra la ventiduesima e la ventisettesima della High Street, infatti, diventa teatro di gioie promesse. Spensierati, maghi e streghe, grandi e bambini, vestono il senso di girovaghi. Non c'è fretta, è ancora festa. Di lato, una troupe del Settimanale delle Streghe è in arrivo con tutti gli strumenti del mestiere – tra macchine fotografiche, luci e lampadari d'incanto, riflettori e drappeggi brillanti, è una sfilata vivace che attira l'attenzione. Un servizio di moda è predisposto proprio in un angolo della piazzetta, i fotografi sono tutti pronti, i figuranti rivelano tuniche candide con ali piumate: sono Angeli di un firmamento elegante. C'è perfino un venditore ambulante con il suo carretto di fiori: ibisco, girasoli, bougainvillea in cascata, e via di gerani, giunchiglie, l'antico gladiolo e le gemme di boccioli di rosa vermiglia, lavanda purpurea. I narcisi, punteggiati d'oro desertico, scintillano nella corolla candida, bianca, così atipica, in una stagione cui non appartengono. I fiori passano tra le mani degli acquirenti, omaggi e doni che sposano il connubio romantico di una giornata frizzante. Non c'è fretta, è ancora festa.
L'incedere della morte è cadenzato, segue un ritmo tutto proprio. Paziente più di una serpe famelica, sguscia nei giorni di gusto, si rende ghiotta di un banchetto al quale non è stata invitata – nella piazzetta del Sobborgo ha il sentore pungente di un pericolo pronto ad abbattersi, è gas e miscela di zolfo. Si fa largo lungo l'acciottolato, sgocciola il timore di un imprevisto lungo i sampietrini, e tra gli stessi si annida come premonizione. È volgare, è indistinta, è un odore che non premia una giornata estiva, è un contrasto con le essenze dei fiori e dei narcisi tra tutti. Ha origine dal palazzo più alto – cinque piani, una ventina di abitazioni al suo interno, è di certo la struttura più imponente lungo la zona. Attira lo sguardo, è amante vulnerabile: il tetto esplode in un colpo, poi un altro, infine un terzo. Spezza l'equilibrio, è l'appello della morte, il passo d'esordio. Ora c'è fretta, non è più festa. L'impatto è avvenuto dall'interno, la minaccia è segreta. Il palazzo rabbrividisce, il quinto piano cede sugli altri: è un crollo che neanche la magia può fermare, perché l'esplosione è innaturale, è l'estremismo di un vero e proprio sortilegio. È la prima serie di scosse ai danni dell'edificio e dei suoi abitanti, presto risulta inagibile – per chi tenta invano di uscirne illeso, per chi invece cerca un ingresso per prestare soccorso. La pietra è fragile, l'impalcatura principale è esposta, e mentre la tromba di aria, detriti e schegge di vernice e calcestruzzo si abbatte fino alle rampe di scale, il dado sembra già tratto: le Materializzazioni non hanno esito, il palazzo comincia a distruggersi, ma le sue barriere restano attive. Nell'amara consapevolezza, gli inquilini sono bloccati. Il grido d'aiuto è unanime, la paura è insidia comune – le porte si abbattono, le mura si schiantano, le finestre si spalancano sulla piazzetta come unica via di fuga più immediata. Non possono sapere che il crollo sia soltanto agli esordi, che altre esplosioni, e colpi battenti, e malefici di fuoco e di pietra vestiranno a fondo l'edificio. Con le ripetute, continue avvisaglie di uno scontro inatteso, il dramma è reale. C'è puzza di bruciato, irrita il respiro dei sopravvissuti. Diverse macerie, in blocchi più o meno grandi, sono precipitate dall'alto – impassibile, la roccia ha incontrato più passanti e sotto il suo peso ne ha reciso ogni vita. Una pattuglia di Antimago e un'altra di Auror – alla severa guida dell'Ispettore
Killian Resween – sono intervenute in fretta: barriere protettive lungo la piazza come rete sottostante il palazzo in crollo, il richiamo tempestivo ad una squadra di Medimaghi dal San Mungo, e la necessità di salvare il salvabile. C'è chi si chiede tuttora come mai le forze dell'ordine ministeriale fossero già presenti durante la vicenda, se per un colpo di fortuna oppure per un compito ben predisposto. C'è chi tuttora si interroga sulla causa scatenante di un simile attacco, il terrorismo è voce dominante tra tutte. Se l'assalto all'edificio fosse stato premeditato o già conosciuto, resta il dubbio – abbozzato di rimorso, per gli uni e per gli altri – di non aver impiegato
sufficienti risorse. Perché mentre l'esplosione smantellava le abitazioni, portando via con sé padri, madri e bambini, il pericolo attecchiva radice lungo la piazza, proprio fuori. Fertile, come tragedia nascente.
Il presagio della sciagura è vaticinio dell'Angelo – l'annunciazione tra i dannati, sulla misera terra, è affidata proprio ad uno dei figuranti in costume nella troupe del servizio fotografico. Tra tutti, quello che si rivelerà essere il modello inglese
Evander Saunders – trentadue anni, incensurato, con un contratto stagionale per la rivista di moda Il Settimanale delle Streghe – diventa pioniere di un Inferno impossibile. Sospeso in volo, il corpo statuario è bellezza destinata a spegnersi nell'immediato: tra le braccia scoperte scivolano narcisi maturi, privi di steli, recisi nei petali più scintillanti. Sembra un effetto scenografico, una scelta artistica per uno scatto d'eccezione: l'Angelo li affida alla grazia dei cieli, e mentre scendono danzanti fino a toccare l'asfalto, trascinano lo stesso odore pungente che già aleggia sulla piazza. Ad ogni contatto, i fiori consumano quella che dietro successiva indagine verrà identificata come
polvere esplosiva – è al loro interno, tra petali e pistillo, è il nettare dei demoni in avanzata. Ombre di fuoco dilagano in più punti, è un reticolo che accoglie le grida disperate di chi colpito; la calce stessa sfrigola all'impeto dell'incendio.
Più civili riporteranno ustioni più o meno gravi, alcuni perderanno la vita – il fuoco è naturale, ma non ha misericordia. I Medimaghi predispongono rapidamente tende per i feriti al limitare della piazzetta, le cure d'urgenza sfumano tra incantesimi, barelle e letti immacolati. Ma le esplosioni non si fermano, è un attacco ben mirato, è predisposto. Sul fronte più estremo, al di sotto del palazzo in crollo, altri narcisi liberano fiamme potenti – è una ragazzina, diranno alcuni testimoni sopravvissuti, è opera di una ragazzina. Di lei non c'è traccia, verrà descritta come una giovane strega, forse una studentessa appena diplomatasi, con fiori incastrati tra i capelli e tante boccette di pozioni legate tra bracciali e collanine. Le ricerche, sul suo conto, ad oggi continuano. In piazza, tuttavia, c'è il venditore ambulante – è limpido il riferimento al suo banchetto di legno, ai suoi fiori, e tra tutti ai
suoi narcisi. Viene fermato da alcuni studenti, adulti, ministeriali di passaggio – è un gruppo variegato, il sostegno dei nostri cittadini in un contesto imprevedibile. L'uomo è in fuga, appare così responsabile, il carretto contiene gli ultimi fasci di narcisi: prima di poter Smaterializzarsi, viene colpito da un sortilegio incauto. Nell'impatto, la polvere esplosiva dei fiori sul botteghino ne è condizionata e il fuoco è atteso come conseguenza irreversibile. Il venditore è
Colly Gordon, cinquantasei anni, padre di famiglia; ha due adolescenti, è divorziato, e i suoi affetti più cari lo descriveranno come una persona sensibile, gentile, con una passione per il giardinaggio che da sempre aveva rappresentato anche il suo lavoro. Colly Gordon muore nello scontro, porta via con sé il profumo dei fiori bruciati e l'incomprensione di chi lo conosceva – perché nel suo carretto c'erano gli stessi narcisi esplosivi, la Magiquestura ne darà conferma. Lo scacco alla vita non è volontario, non è frutto né del fuoco né del crollo del palazzo. Lo scacco alla vita è l'impavido assalto di un Mago che sarà in prima pagina sulle testate giornalistiche di tutto il paese, per più giorni al seguito della tragedia.
Ford Betterson – trentatré anni, sposato con l'Avvomago Halsey Habbott, padre a sua volta di due bambini. Sono tutti presenti, i piccoli e la madre, separati durante il crollo dell'edificio a cinque piani: sotto il peso di un blocco di cemento, l'Avvomago Habbott perde i sensi e viene portata di corsa al San Mungo; in seguito madre e figli saranno di nuovo insieme. Ford Betterson, tuttavia, non è soltanto un padre. Ha la fedina pulitissima, la carriera impeccabile, la spilla d'onore al petto che identifica il suo ruolo: è un Auror, è un Cacciatore di Maghi Oscuri, è l'esempio che in molti vorrebbero seguire. La sua furia è ineguagliabile, uccide a sangue freddo il venditore di fiori, fortifica l'incendio nei dintorni, e inizia un duello con tutti coloro che tentano di arrestarlo. Soltanto la fortuita presenza dei figli, lì feriti e scortati verso le tende dei Medimaghi, riesce a placare Betterson. Nella ricostruzione della vicenda, tra i criminali partecipi all'attacco, Betterson è l'unico che verrà effettivamente catturato: né la difesa di grandi Avvomaghi del nostro panorama né l'intercessione della stessa moglie riusciranno a risparmiargli una condanna ad Azkaban. Le sue mani si macchiano del sangue degli innocenti, a distanza di un anno dalla vicenda la Magiquestura è tuttora impegnata nel lungo, complicato processo che lo vede protagonista. Passa alla stampa come
l'Auror traditore, sul suo capo la sentenza del Bacio del Dissennatore è in sospeso.
È un giorno di festa, così sembrava. Ma la festa non ha fine, manca l'ospite mai gradito, l'invitato rinnegato. Mentre Auror e Antimago limitano i danni, e altri ancora tra loro entrano a proprio rischio e pericolo per salvare gli abitanti bloccati nell'edificio, un'ultima esplosione ne spezza i cardini compromessi. Il quinto piano è già crollato, il tetto è in frantumi, le pareti si sgretolano. Una nube di polvere si sospende come il respiro di un gigante, è il singhiozzo della pietra viva. I pianerottoli restanti si abbattono gli uni sugli altri, è un'onda d'urto contro la quale nulla può la più improvvisa tra le magie. Il pianto comune è un grido che si affievolisce, sospinto dal fragoroso rombo del crollo definitivo. Più di quindici civili moriranno nello schianto – i corpi schiacciati dal peso delle macerie, tra tutti tre concittadini si getteranno dalle finestre delle proprie stanze. La morte non ha giudizio, accoglie indistintamente. Una lunga lista riempirà i paragrafi del necrologio sulle pagine del Profeta, il dolore è vivido a distanza di un anno. La distruzione del palazzo a cinque piani, nella piazzetta della ventisettesima di Hogsmeade, non frena l'eroico soccorso delle autorità ministeriali. Killian Resween, Ispettore Auror, è tra gli ultimi ad uscire dall'edificio – a capofitto, nel vuoto, in una discesa dall'alto. La schiera di incantesimi alla sua mercé gli permette di raggiungere terra, tra le sue braccia stringe il corpo scosso, ma vivo, di un giovane mago. Il suo gesto è memoria indelebile – estremo, impavido, oltreconfine. Altrettanto nobile il salvataggio di più inquilini nell'edificio da parte dell'Auror
Lia Trevis, che sacrificherà la sua stessa vita per mettere in salvo alcuni Studenti di Hogwarts. Così come il valoroso impegno dell'Auror
Hyungjin Kim, il cui corpo esanime verrà ritrovato al fianco di tre stregoni – altre vittime sfortunate, forse, oppure colpevoli invischiati nell'assalto all'edificio; dalle loro bacchette magiche, due delle tre ritrovate integre, l'analisi del Prior Incantatio ha svelato l'utilizzo di alcuni sortilegi offensivi. Non è chiaro come né cosa sia successo, quale sia stato l'ordine delle esplosioni, dalle ricerche sono emerse vere e proprie statue di cera dalle fattezze umane, distrutte a loro volta dal crollo. Statue che un giovane artigiano di nome
Aminia, tuttora senza cognome conosciuto né identità completa, sembra aver costruito e venduto nel corso degli ultimi cinque mesi in cui aveva preso in affitto un abitacolo nel palazzo. Di lui, come delle sue creazioni, non resta altro. Alla fine, l'edificio verrà incendiato a sua volta – un fuoco nuovo, un fuoco di sventura. Insaziabile, tra pietra e carne pone l'ultimo vessillo. Ad oggi è più nitida l'idea di come lo stesso Aminia – ricordato come solitario, taciturno, sulle proprie – sia stato preda delle spire del fuoco, arso fino all'assenza.
È all'esterno, lungo la piazza, che la tragedia compie il suo atto in epilogo. La morte è avida di tesori che non le spettano, è ingorda come la peggiore tra le affamate – è rivelatrice, in tutta la brama oscura che ha contenuto. Si tende all'estremo, all'inganno maggiore, fino a circuire l'Incantatrice. L'intreccio punìceo dei suoi capelli, l'abito scuro più dell'inchiostro, il seno appena coperto da gioielli d'argento – una collana al petto reca l'intricata simbologia di un pentacolo, la stella a sei punti nella prigionia di un cerchio perfetto. La stessa immagine che si ritrova sull'anello più grande, all'anulare, sulla mano sinistra – è come fede di un matrimonio segreto, la promessa più greve, l'iniziazione ad un culto che abbiamo già conosciuto. Sono i simboli che rimandano ad un volto familiare, tuttora enigmatico. Il volto di
Cassandra Reeve, protagonista nel corso degli ultimi due anni delle più atroci vicende della cronaca nera. Dopo l'uccisione di tre sorelle nella Contea di East Lothian, in Scozia, è stata condannata ad Azkaban, dove tuttavia non è mai arrivata. Cassandra Reeve è riuscita a fuggire, si è rintanata in segreto e le sue tracce si sono perse fino a quando non è stata individuata ad Hogsmeade. All'appello delle autorità, infatti, la ricercata è stata scoperta presso un noto locale del Villaggio – al suo fianco, il famoso criminale
Raven Shrinretsu, gravemente ferito. In fuga, entrambi, se per l'ex attentatore della Congrega dei Saggi Duellanti di Londra il destino ha seguito un corso ben scandito, per Cassandra Reeve l'epilogo resta incerto. Viene riconosciuta come autrice della tragedia di Hogsmeade, il 31 Agosto dello scorso anno. Mentre il palazzo crollava, mentre le fiamme dei narcisi sfrigolavano lungo la piazza, l'Incantatrice – così definita dalla stampa per la sua impeccabile, pericolosa versatilità nelle arti magiche – si è macchiata della colpa maggiore. La sua evocazione dell'Ardemonio ha sancito la morte di
quaranta civili – il fuoco demoniaco, il fuoco oscuro, generato dalla magia più incauta, veste le forme di creature infernali. Si snodano tortuosamente tra la folla restante, non hanno distinzione, allo scoperto di una cittadella già in battaglia, rendono il colpo di un'amara sconfitta. I corpi bruciati, i corpi spenti, i corpi offesi dalla tempestività di un incendio che non può essere così facilmente né prontamente estinto. Nulla possono i sortilegi protettivi, i tentativi di più maghi e streghe, le fughe improvvise. È un fuoco che stana le prede, è un fuoco che si mostra cacciatore, e quando alla fine sarà spento con l'intervento estremo da uno e più punti, sarà già troppo tardi. Cassandra Reeve sarà già sparita, sferzata e ferita dagli Auror, Antimaghi e cittadini, e tuttavia ancora in vita. Di lei, a distanza di un anno, non c'è prosieguo: la condanna diventa sicura, Azkaban è un biglietto di sola andata. Nell'impavida corsa delll'Ardemonio, il numero dei morti è esteso, quello delle vittime è alto. Il San Mungo pullula di pazienti, le tende allestite come primo soccorso in piazzetta non bastano, e nella furia del fuoco demoniaco, tre Medimaghi perdono la vita: il Dottore
Robert Pierce, trentasette anni, cardiochirurgo; la Dottoressa
Charlotte Moore, ventisei anni, promessa della traumatologia d'urgenza; il Dottor
Peter Joyle, quarantacinque anni, una delle migliori garanzie di chirurgia generale. Il loro impegno per curare i feriti è l'ultimo gesto di valore, è il giuramento che continua. Le fiamme spengono, drastiche, anche le vite di alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine: l'Antimago
Luis Magalli, trentadue anni appena compiuti; la coppia di Auror
Martin McMahon, quarantatré anni, e
Edward Collins, di soli ventotto anni. Lo stesso modello inglese Evander Saunders, vestito da Angelo, viene catturato come criminale e poi arso vivo dalle fiamme. Una tragedia che ha altri nomi con sé – quaranta nomi, quaranta caduti. A distanza di un anno, il Profeta ne ripubblica il necrologio, per intero. Una forma di rispetto, un'eterna, incommensurabile memoria.
È il 31 Agosto di un anno fa.
Una giornata di fine estate, una giornata di festa. Il crollo di un palazzo di cinque piani, l'esplosione ripetuta lungo la piazza della ventisettesima di High Street, l'evocazione demoniaca dell'Ardemonio – attacchi apparentemente mirati, scanditi,
organizzati. Quale sia stata la causa predominante, quale il traguardo dei criminali. L'Auror traditore Ford Betterson continua ad essere interrogato, la ricostruzione dalla sua testimonianza seguita dal Quartier Generale degli Auror ha rivelato di come l'attacco fosse stato effettivamente premeditato: tra gli stessi criminali partecipanti, il nome della pluriomicida Cassandra Reeve è nitido, così come quelli del modello inglese Evander Saunders,
l'Angelo caduto, e Colly Gordon,
il Venditore di Narcisi – entrambi ne sono coinvolti, entrambi perdono comunque la vita. Si cerca tuttora la ragazzina vista con boccette di pozioni piene di narcisi esplosivi, ma l'incastro è debole, mancano punti per ricostruire tutto per bene. Dal Ministero, c'è chi sostiene possa essere stato un attacco terroristico ai danni del Villaggio, altri invece ne sono meno convinti. Resta infine lontana l'idea dell'intercessione del Signore Oscuro. Ad un anno dalla tragedia di Hogsmeade, quel che resta è il dubbio, il rimorso, il dolore di una sconfitta che ha macchiato l'intera nazione. Quaranta vittime dell'Ardemonio, undici vittime nel crollo, più di trenta feriti. Un numero che fa paura, un numero che non dovrebbe essere contato.
La Magiquestura è tuttora impegnata nei suoi processi, a stretto contatto con il Quartier Generale degli Auror e con il Ministero della Magia. Il
lutto cittadino che è stato dichiarato l'anno scorso viene riconfermato quest'anno, il Profeta si stringe interamente alle vittime della tragedia – è un dolore collettivo, è un dolore che non dovrebbe essere vissuto. Un'altra
veglia funebre in onore dei caduti si terrà dal 31 Agosto al 5 Settembre – ogni sera alle 8 pm – presso i resti di quello che un tempo era un edificio imponente, di cinque piani, con le memorie di chi vi ha vissuto e di chi vi ha trovato la morte.
Ad un anno dalla tragedia di Hogsmeade, è solo silenzio.