Eccoci qui, anche se l
eggermente in ritardo, con le meritatissime premiazioni di questo contest!
Prima di lasciarvi a qualche breve commento, volevo ringraziarvi per lo splendido lavoro che avete svolto.
Con i vostri racconti mi sono completamente calato nelle emozioni dei vostri personaggi e nella bellezza di ciò che siete riusciti a trasmettere, riga dopo riga.
Insomma, avete fatto centro!
…e non è stato per niente facile stabilire un vincitore, ma lasciatemi condividere con voi questi semplici pareri personali.
NOME | PUNTI | GALEONI | PUNTI CASA |
Caleb Elliott | 28/30 | 19 G | 18 pt |
Casey Bell | 28/30 | 19 G | 18 pt |
Draven E. Shaw | 27/30 | 14 G | 18 pt |
Megan M. Haven | 27/30 | 14 G | 18 pt |
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Caleb Elliott.Ho apprezzato molto il tuo approccio al tema del mese, e non vedo l’ora di vederti nuovamente in pista con nuovi e ulteriori sviluppi!
I tuoi scritti scorrono fluidi, veloci e lineari, e nonostante l’apparente semplicità dell’intero racconto, ogni elemento mi è parso ben ponderato e intrecciato al filone principale.
L’atmosfera e le tinte del testo ne premiano l’essenzialità, e il tutto sembra ben coniugarsi con i sentimenti provati dal tuo personaggio, che si ritrova a dover fare i conti con un passato fatto di lunghi silenzi e azioni mai intraprese.
Tra le righe emerge forte il richiamo all’evoluzione e al carattere di Caleb, caduto vittima di un sentimento declinato al passato ma dal quale non è riuscito ancora ad allontanarsi, nonostante il lento trascorrere del tempo. E come potrebbe essere diversamente, se gli scozzesi
tendono sempre ad esagerare nell’odio e nell’amore?Intenso e coinvolgente, il racconto raggiunge il suo apice con la spontaneità di una confessione forse prevedibile, ma non per questo meno profonda ed appassionante. Gli occhi non mentono, anche quando tutto il resto sembra cambiato, e se basta uno sguardo per tornare a sentirsi bene, si può tornare a sperare anche in un meritato lieto fine.
Con Caleb hai intrapreso un bel percorso, e mi auguro davvero che tu possa continuare a curare i contenuti dei tuoi scritti così come in quest’ultimo periodo.
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Casey Bell.Come nello scritto di Caleb, anche qui ho apprezzato il taglio diretto e lineare che sei riuscita a dare all’intero racconto. L’intreccio tra i vostri post è bellissimo, e nello svolgimento dell’intera trama la scelta di concentrarsi maggiormente sugli elementi più essenziali del racconto è stata, a mio parere, perfetta.
La narrazione funziona e ben si sposa con la sensibilità sviluppata dal tuo personaggio, che mi ha fatto immergere dall’inizio alla fine nelle sue insicurezze fatte di silenzi e di timori, frutto di un retaggio che sembra affondare le sue radici nell’incomprensione e nella solitudine.
Ma se sofferenza e speranza possono essere facce della stessa medaglia, ai nostri due Grifondoro non resta che lottare contro la paura e l’inerzia per uscire dalla tristezza provocata dalla reciproca lontananza. Fuggire ancor più distanti sarebbe stato forse più semplice, almeno nell’immediato, ma una volta raggiunto il baratro sarebbe stato difficile ritrovare se stessi.
Il cammino è tracciato, perché
adesso non ci rimane altro che vivere, e se una nuova forma di negatività non prenderà il sopravvento credo sia proprio giunto il momento di
andare insieme verso una nuova avventura.Di particolare effetto anche la scelta della bottiglia, una Belhaven, che nella sua assonanza mi ha fatto addentrare ancor di più nei ricordi del dolore provato da Casey in una situazione analoga.
Davvero ben fatto!
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Draven E. Shaw.Leggere i tuoi scritti è davvero un piacere, soprattutto perché riesci sempre ad approfondire dettagli e sfumature che fanno emergere lo spirito più vero del tuo personaggio. Così, tra ironia e complicità, a sua volta mescolata da una generosa dose di tenerezza, hai dato vita ad un racconto ricco di particolari e che, in alcuni tratti, è stato in grado di strapparmi un sincero sorriso.
Il testo è fresco e nel suo filone principale ci fa cogliere ancor di più cosa rappresenta Megan per il nostro giovane Serpeverde. Ne è rimasto travolto, lo sappiamo, e per lei farebbe qualsiasi cosa, anche da cavia, e proprio per questo motivo la sua proverbiale paura per gli aghi diventa poca cosa rispetto ad una lunga serie di Compungo. Dolore e paura
(sarà che l’amore può anche far male?) sono presenti ma rimangono, giustamente, in disparte, lasciando spazio alla consapevolezza di un rapporto evoluto e ormai completo.
«Fai di me la tua opera d’arte» è forse la frase più evocativa del tuo racconto e del percorso intrapreso dal personaggio, che anche in quest’occasione è riuscito a donarmi emozioni sincere.
L’unico suggerimento che mi sento di dare per il futuro, anche se immagino sia stato piuttosto complesso portare avanti l’intera role nel corso di un solo mese, è proprio sul finale.
Il tuo resta un ottimo lavoro, ma per una conclusione perfetta mi sarei forse aspettato uno spunto in grado di coinvolgere ancor di più il lettore nel rituale del tatuaggio, dal punto di vista di Draven, che invece sembra un po’ sfuggire via in un’accelerazione che dà il via alla dolorosa procedura.
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Megan M. Haven.Lo spunto iniziale è davvero originale, e così ben presto una normale lezione di rune si trasforma in un pretesto per far rimanere soli i vostri due personaggi, all’interno dell’ufficio vuoto.
L’emozione e l’affiatamento sono quelli di sempre, e nonostante le
fiamme contro il ventre questa volta Megan sembra avere un obiettivo superiore e ben più importante da portare a termine.
Il racconto all’inizio scorre bene nella sua trama principale, ricercato nei gesti e nelle intenzioni, ma il vero focus lo si raggiunge con l’avvicinamento al momento del rituale; qui sei riuscita a far emergere con chiarezza tutte le sensazioni provate da Megan, facendomi completamente abbracciare la complessità del personaggio.
Complicità, ironia e fiducia ben descrivono la fase adolescenziale vissuta in questo momento dai due ragazzi, ma dalla tenerezza il racconto tende poi a tingersi di rosso, scuro, come le ferite sanguinolente di Draven. Ma quanto amore ci può essere nell’affrontare le proprie paure?
Megan pare ben conoscere il dolore fisico del Compungo, e nel vincere la solitudine e la sofferenza del passato sembra dare un nuovo slancio al suo futuro.
«Ovunque tu sarai, io sarò lì», ormai non è più una speranza, un segreto nascosto o una facile promessa, ma è un segno ben definito sulla pelle dal quale sarà difficile scappare.
Davvero un bel finale!
E così, eccoci giunti alla fine.
Vi ringrazio ancora una volta per aver partecipato e spero davvero di poter continuare a leggervi anche in futuro!